Con “Walk in Tuscia” alla scoperta dei sapori e dei saperi di Gallese e dintorni

Luciano Pasquini

Camminare per scoprire, per conoscere e per stare meglio. «Camminare a piedi ci fa sperimentare che sulla strada quello che si vede e si incontra rimane scritto nella memoria come ricordo durevole, perché si è presenti con tutto se stessi a ciò che si vive. Questo modo di spostarci ci fa amare ogni luogo. Il racconto di viaggio di chi scrive inizia con la nebbia si alza lentamente, appannando lo sfondo del paesaggio alla vista. Superato il tratto in salita, di un diramazione della via Amerina, con il gruppo ci inoltriamo nella campagna da cui arriva solo il rumore di qualche cane che abbaia al nostro passaggio. E’ I’inizio della camminata organizzata da “Walkin in Tuscia” alla scoperta delle bellezze del nostro territorio in concomitanza con la festa dell’Olio del Vino che ogni anno si tiene a Gallese, il grazioso borgo arroccato su una collina tufacea a poca distanza da Viterbo elevato a rango di civitas nel IX secolo.
Gallese èun luogo ricco di storia, monumenti antichi, e fu meta in antichità di numerosi pellegrinaggi, dove “San Famiano”, patrono della città venne a qui a morire nel XII secolo.
Un breve tratto in salita porta a Santa Maria delle Grotte e all’eremo di San Valentino, meta della nostra camminata, il sentiero e reso scivoloso dalle recenti piogge, il ragazzo della protezione civile ci aiuta nel punto più impegnativo, una ripida parete tufacea si apre davanti a noi e catturano subito la nostra attenzione una bella coppia di “arcosolio” un tipico sepolcro con arco che veniva usato nelle catacombe per la sepoltura. Sempre sullo stesso lato della parete circondato da un fitto intreccio di radici, ci porta in prossimità di un’apertura che ci immette in un’ampia “abside”, a sinistra due colonne ricavate sempre asportando materiale dalla parete tufacea immette a dei locali contigui, non ci sono affreschi ne traccia degli stessi, soltanto piccole nicchie che sicuramente avevano una funzione sacra in questa piccola chiesa rupestre. Cavità si aprono lungo tutta la parete tufacea, non molto distante dalla chiesetta, una scala rupestre, levigata dalla mano dell’uomo, con un’andamento irregolare unico nel suo genere, ci porta a un livello superiore dove un vasto ambiente, con due pilastri si apre sulla vallata sottostante, studi fatti ipotizzano che fossero destinati ad un insediamento monastico, al quale successivamente si sono aggiunti monaci proveniente dall’oriente. La visita si è rivelata un dubbio un imperdibile occasione per scoprire questa bellissima cittadina della Tuscia, dove ancora molti segreti rimangono celati. Arriviamo a Gallese attraverso numerose soste , nei piccoli locali riparati nei vicoli si possono gustare numerosi piatti della tradizione viterbese,.
Qui ogni anno vi arrivano numerosi visitatori avvinti dai sapori e dai saperi che possono cogliere , grazie all’impegno del Comune della Pro Loco e dei numerosi volontari.
Tutto sembra organizzato a regola d’arte e anche la musica che riempie i vicoli del paese contribuisce a rallegrare il gruppo.
Ultimo sguardo sul belvedere, prima di accomiatarci dal luogo, con il gusto di amabili ciambelline al vino che ci vengono donate, l’ultimo sguardo al castello, conclude una visita, un viaggio, un cammino che infonde in ognuno di noi partecipanti la promessa a ritornare.

  

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