Coldiretti Viterbo contraria all’inceneritore di Tarquinia

In un momento di emergenza climatica e necessità di avviare urgenti azioni di contrasto ai cambiamenti climatici, Coldiretti Viterbo ritiene non percorribile l’inserimento di un’ulteriore fonte di inquinamento dell’aria e del suolo in un territorio già fortemente antropizzato, a vocazione paesaggistica e agricola, e con una concentrazione di attività industriali già ben oltre la soglia di sostenibilità.
È ampiamente dimostrato che impianti di questo tipo ben difficilmente riescono a rispettare i parametri imposti, anzi quasi mai, sforando spesso nelle curve giornaliere dei livelli di produzione di agenti inquinanti. Aggiungere emissioni di metalli pesanti e leggeri a quelli già prodotti dal polo energetico e dal porto e agli inquinanti tipicamente presenti nell’aria, sarebbe un danno incalcolabile per una popolazione già provata dal punto di vista sanitario e un danno gravissimo per tutte le produzioni agricole del territorio, per non pensare alle attività agrituristiche ed al turismo in genere, che sarebbe falcidiato definitivamente da questa attività.
Inoltre, gli inceneritori sono ormai fuori dai più innovativi processi dell’economia circolare, in quanto, oltre a bruciare tonnellate di rifiuti (il progetto ne prevede fino oltre le 500.000 tonnellate all’anno), ne producono di nuovi e più pericolosi, in rapporto maggiore di un terzo rispetto a quello bruciato, pari, nel caso specifico, a circa 170.000 tonnellate all’anno di ceneri pesanti e leggere da smaltire comunque in discariche come rifiuti tossici speciali, per i quali i comuni che usufruirebbero del servizio pagherebbero conti salatissimi.
“Non è questa la strada che porta a un contenimento dei cambiamenti climatici in atto e a un’inversione del processo di riscaldamento globale – commenta il presidente di Coldiretti Viterbo Mauro Pacifici – ma anzi lo peggiora, ed il traffico veicolare diretto all’inceneritore, uno dei maggiori responsabili di molte delle malattie respiratorie urbane, si aggiungerebbe a quello attuale.
Un’opera che va fermata, che comporterebbe molti costi e nessun beneficio economico per cittadini, più inquinamento, peggioramento della qualità dei terreni e dei mari, incremento del traffico veicolare, più rifiuti da mandare in discariche speciali, incremento occupazionale trascurabile, danni abnormi al turismo e nessuna buona pratica di rigenerazione e riutilizzo del ‘bene’ rifiuto.”
www.viterbo.coldiretti.it

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