Civita Castellana:Il sacro che scorre. I riti dell’acqua

L’acqua che scorre e che purifica ha da sempre un forte legame con i più diversi aspetti del sacro. I Falisci, che abitavano Civita Castellana e il territorio bagnato dal Tevere e dal suo affluente, il Treja, non si sono sottratti a questo richiamo e hanno spesso costruito importanti santuari sulle sponde dei fiumi, hanno lasciato singolari doni votivi sul greto dei fossi o addirittura realizzato strutture idriche legate a culti particolari dalla misteriosa natura.Non è un caso anche il santuario federale dei Falisci, sacro a Giunone Curite, frequentato ancora in età romana dal poeta Ovidio con la moglie e la suocera, lambisca quasi le acque del Rio Maggiore sotto Civita Castellana.
Ai riti dell’acqua è dedicata la mostra che si inaugura l’11 giugno al Forte Sangallo di Civita Castellana nell’ambito del Progetto Experience Etruria, curato dalla Soprintendenza Archeologia del Lazio e dell’Etruria meridionale e che rimarrà aperta al pubblico fino al 31 ottobre 2015.
E’ questa l’occasione per vedere nella Sala dell’Accoglienza dello splendido Forte borgiano anche alcuni dei materiali di un deposito votivo del tutto particolare, venuto in luce sul Fosso Ritello a Corchiano e che rimanda ad una divinità, per il momento sconosciuta, protettrice della sfera sessuale.
L’esposizione si affianca alla mostra I tempi del rito, che, nella Cappella dell’Appartamento Papale, è anch’essa dedicata ad un importante santuario, quello di Monte Li Santi-Le Rote, sorto sulle rive del torrente Treja a Mazzano Romano, nel territorio dell’antico centro falisco di Narce.

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