Cesare Pinzi, inaugurata la mostra al Museo della Ceramica, un viaggio nella memoria e nella storia di Viterbo

di Luciano Costantini

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Se vuoi conoscere Viterbo, il suo passato, la sua storia. E, dunque, amarla per il presente e per il futuro, non puoi non conoscere Cesare Pinzi: ciò che ha scritto, che ha raccolto, che ha studiato, che ha realizzato. Perfino ciò che ha cantato. Perché il Pinzi è stato tutto questo: storico, bibliotecario, ragioniere, tenore. Viterbo negli anni gli ha dedicato, una scuola, una via, ed eventi diversi. Oggi una mostra “Cesare Pinzi: viaggio nella memoria e nella storia di Viterbo”, appena inaugurata e che resterà aperta fino al 5 gennaio prossimo nelle sale del Museo della Ceramica di via Cavour. All’inaugurazione il presidente della Fondazione Carivit Luigi Pasqualetti, la sindaca Chiara Frontini, il filologo e curatore della mostra Lorenzo Abbate. Quattro teche che custodiscono manoscritti, quasi dei mosaici calligrafici, che lo storico viterbese compilò negli anni svolti da bibliotecario, da dipendente comunale, da narratore corretto, puntuale e brillante, nel corso della sua esistenza (1842-1917) e che oggi costituiscono un patrimonio inestimabile dalla città. “Un punto di riferimento – ha sottolineato la sindaca – che fa parte della costellazione basata sulla idea di un policentrismo culturale nel quale rientrano il Museo Civico, la Rocca Albornoz, il sito di Faul, San Martino, Villa Lante”. Progetto al quale La Fondazione ha dato il proprio sostegno. “E continueremo a dare – ha assicurato il presidente Pasqualetti – con una mostra anche sullo Scrittoli, programmata per la prossima primavera”. A illustrare sapientemente vita e opere del Pinzi, Lorenzo Abbate. Una vera e propria lectio magistralis, di fronte a una nutrita rappresentanza di studenti. Tre passaggi, giovinezza, maturità e vecchia, che hanno messo a fuoco la multiforme genialità dello storico viterbese, capace di calcare le scene come tenore, di leggere numeri e bilanci come pochi, di studiare e valorizzare con una guida cittadina i maggiori monumenti e redigere, in minutissima calligrafia, aneddoti e vicende di Viterbo dal Medioevo sino alla fine del seicento. Una rassegna che merita davvero di essere visitata per imparare a conoscere e conseguentemente ad amare Viterbo come Cesare Pinzi ha amato.

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