Carlo Panza, Magazzino 120: un viaggio con le immagini, ciascuno con il proprio sentire

di Sara Grassotti

A dire il vero, prima di conoscerne il reale significato, in molti abbiamo pensato che Magazzino 120 dovesse rendere l’idea di una camera oscura, un luogo ampio in cui sviluppare foto, in realtà abbiamo scoperto essere il nome tecnico del dorso porta pellicola delle macchine fotografiche professionali medio formato: simbolicamente, quindi nella buona sostanza è un contenitore che raccoglie le esperienze, le capacità e la creatività di più persone unite dal desiderio di “raccontare” attraverso la fotografia. Meraviglioso concetto nell’era delle immagini indispensabile per soffermarsi oltre il lampo della luce.
I fotografi che ne fanno parte sono fotografi amatoriali. Un gruppo che miscela e unisce tecnica ed esperienze nella diversità che caratterizza lo stile di ognuno. Tutti fanno parte della FIAF (Federazione Italiana Associazioni Fotografiche), l’associazione nazionale nata con lo scopo di divulgare e sostenere la fotografia amatoriale.

La messa a fuoco per noi è stato l’evento “Racconti di Fotografia” svoltosi il 9 gennaio 2022 presso il Museo Rocca Albornoz, durante la manifestazione “Il Risveglio degli Etruschi” in cui a parlare del percorso autoriale di ciascun fotografo dell’associazione culturale, dalla quasi ventennale attività di divulgazione della fotografia sul territorio, sono state le immagini che hanno riversato nella narrazione ogni sorta di emozioni.

Vittorio Faggiani (Presidente), Roberto Laurenti (Vice Presidente), Paola Burla (Segretaria), Carlo Panza, Rosanna Papalini, Giovanni Firmani, hanno scelto, infatti, l’espressione fotografica per esprimersi, per raccontarsi.

E’ il modus operandi del Magazzino 120. L’associazione non promuove corsi ma confronti misurati attraverso lavori personali, a volte intimi, terapeutici, a volte sperimentali o che ripercorrono la memoria, alla ricerca di un paesaggio interiore non solamente visivo, rivelando il territorio, portando a conoscere storie e dettagli che altrimenti rimarrebbero nascosti.

Storie che in quell’appuntamento alla Rocca Albornoz hanno catturato il pubblico presente. Loro, i fotografi, lo hanno definito all’attenta platea “un viaggio con le immagini, ciascuno con il proprio sentire”.

Ed è proprio lui, Carlo Panza, il nostro narratore conduttore, nove anni come Presidente dell’Associazione, è stato anche Delegato Fiaf per la provincia di Viterbo.

“La nostra Associazione – afferma – ha come unico obiettivo la promozione delle potenzialità della fotografia, in quanto non solo stampa di un’immagine ma veicolo di comunicazione sociale, memoria e narrativa. Con uno scatto si può catturare un mondo e trasmettere una infinità di emozioni”.

“Siamo nati nel 2005 con l’intento di organizzare, a livello locale e nazionale, mostre, concorsi fotografici, seminari di studio e approfondimento sulle tecniche fotografiche e dibattiti sulla cultura della fotografia. Roberto Laurenti, ora vice presidente, è stato uno dei soci fondatori. Fanno parte del Magazzino 120, oltre ai soci già citati, anche Marco Terzoli e Cosimo Gravina. In questo periodo abbiamo ricevuto delle richieste di adesione da parte di alcune persone, tutte giovani, questo è molto positivo”.

L’appuntamento all’interno della mostra Il respiro degli Etruschi è stato il punto saliente, ha dimostrato che Il Magazzino120 è un condensato di eccellenza, di luce di cui tutti abbiamo bisogno di percepirne il soffio.

Alla fotografia amatoriale forse si dà poco spazio ma è dotata di una sua “originalità”, che è lo specchio del proprio pensiero e frutto di una propria emozione. Originalità spesso significa anche necessità di documentarsi, produrre dei contenuti che siano autentici e sappiano sottolineare la nostra capacità di osservazione ed il nostro punto di vista. La nostra cultura personale.

E Carlo a questo punto sottolinea la differenza tra lo scatto con smartphone e con la sua macchina fotografica attuale: una Nikon D800, non di ultimissima generazione. “Ero in Puglia in vacanza e ho voluto cimentarmi in scatti con lo smartphone. Esistono delle differenze tra scattare con una reflex e scattare con uno smartphone, legate principalmente all’uso degli obiettivi, e alla immediatezza dell’uso, ma non ce ne sono se ci riferiamo alla trasmissione dei contenuti, che riguardano principalmente il nostro personale bagaglio, il nostro modo di “vedere”.

Esistono forme e possibilità di elaborazione dei contenuti digitali molto spinte che hanno ragione di esistere e possono rappresentare la propria fantasia e unicità espressiva.

Ci siamo trovati a cospetto di una dimensione artistica che può dare molto al territorio. Si sono uniti in molti non solo perché l’unione fa la forza ma perché “Crediamo che i beneficiari di tali attività non debbano essere esclusivamente i protagonisti dello ‘scatto’, ma tutta la collettività, che vorremmo partecipe per una più profonda conoscenza del valore culturale di un fermo immagine in continuo movimento.

Lo scorso anno a “Tuscania libri” Panza ha presentato il suo libro La naturale forma, in cui ha racchiuso l’essenza della sua fotografia che Peppino Ortoleva  ha recensito così: “A toccarci è spesso l’eleganza delle forme, il loro ritmo quasi musicale che Panza ha colto e segue soprattutto con il gioco delle luci e delle ombre”. Perché una foto non si scatta, si crea.

Anche altri soci di Magazzino 120 si sono impegnati a rappresentare il proprio lavoro attraverso la scrittura di libri :

Vittorio Faggiani con  “Foglia e Nuvola” e “Fatmir”

Carlo Panza  anche con “AsproMonte”, “La Serra”, “La Naturale Forma”

e con la fanzine “Bullicame”

Paola Burla con  “Shattered Crystals”

Roberto Laurenti con la fanzine “Isca Alisia”

Prima di salutarci gli chiediamo qual è l’angolo più fotogenico di Viterbo

“Porta di Valle e la Valle di Faul, un punto ideale, percorrendo poi Via S. Antonio, alzando gli occhi a sinistra, “spunta” il campanile del Duomo dietro una piccola collinetta.

Viterbo è comunque bella tutta!”

https://www.facebook.com/magazzino120

 

 

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