“Dopo gli ultimi drammatici eventi che hanno colpito anche il mio amato Libano, cantare Canzone per Beirut, è diventata un’urgenza – racconta la cantante e attrice Laura Allegrini -. Erano anni, in verità, che desideravo farlo, già nel 2019 lo chiesi all’autore Eugenio Bennato, che mi invitò ad andare a Napoli per decidere insieme la tonalità. Mi organizzai, comprai i biglietti del treno, ma la sera prima un suo assistente mi comunicò che Eugenio era dovuto partire per il Marocco, per cause familiari, quindi rimandava alla settimana successiva”.
“La vita ha voluto che in quei giorni, dal Libano, arrivarono interessanti opportunità – prosegue l’artista viterbese -, così, presa da quegli eventi mi lasciai trasportare nella nuova avventura. In Libano, oltre a cantare con Ziad Rahbani, figlio di Fairuz, avrei dovuto realizzare dei concerti in cui cantavo in italiano, arabo e francese. Chiesi al produttore di poter mettere in repertorio Canzone per Beirut, ma secondo lui non era adatta per dei concerti estivi. Un po’ delusa rimandai, ma è sempre stato presente in me, come l’avrei cantata e come sarebbe stata la musica”. In quegli anni, una profonda crisi economica colpì il Paese che bloccò ogni iniziativa artistica e culturale. Ne scaturirono consequenziali proteste della popolazione contro il governo.
L’occasione non tardò comunque a presentarsi: “Ho chiesto espressamente al pianista Paolo Bernardi di crearmi un’atmosfera che ricordava uno dei miei compositori preferiti: Satie – ricorda – e in questo componimento dovevo avere la possibilità di far sentire la mia nostalgia per il Libano, il mio amore per Beirut, e la delusione di averla dovuta lasciare. Voglio tornare in Libano, e realizzare quei progetti e traguardi che mi ero prefissata, ma a causa della Rivoluzione del 2019 e poi del Covid, non è stato possibile”.
Ora resta da esaudire qualche sogno nel cassetto. “Due dei miei desideri sono racchiusi in un catalogo, quello del Festival Internazionale di Baalbek del 2006, l’anno in cui scoppiò la guerra dei 34 giorni, e proprio in quei giorni la grande cantante Fairuz, avrebbe dovuto sostenere tre serate al Festival, ma furono annullate, causa di forza maggiore – rivela Laura Allegrini -. Ecco, voglio tornare per conoscere Fairuz, e per avere la possibilità di cantare nella più bella cornice del Libano, quella dei Templi romani di Baalbeek, nella valle della Beqaa. E non solo. Le più interessanti poesie che ho scritto in Libano diventeranno un libro che verrà edito entro il 2025 e la pubblicazione sarà bilingue: arabo e italiano. Tutti i miei amici libanesi dicono sempre che la Repubblica del Libano dovrebbe darmi la cittadinanza onoraria, per quanto amo quella terra. Chissà, magari potrebbe accadere anche questo, io ne sarei felicissima e onorata”.
Canzone per Beirut
Cade dal cielo una pioggia scura
Passa l’aereo che porta la paura
Passa l’aereo che spara sulla terra
Ma il suo rumore non copre la chitarra
Can’t stop stars from shining
Or Beirut from rising
Non c’è più niente
Dove c’era il ponte
Can’t stop stars from shining
Or Beirut from rising
Nessun colore
Dove c’era il mare
Spiaggia deserta, gioca una bambina
Ma il suo pupazzo può essere una mina
Ma nel suo sguardo grande come il mare
C’è tutta Beirut che si vuol rialzare
Can’t stop stars from shining
Or Beirut from rising
Passa la guerra
Col suo squallore
Can’t stop stars from shining
Or Beirut from rising
La guerra passa
Beirut non muore
Passa la pioggia innaturale
Can’t stop stars from shining
Or Beirut from rising
Beirut ritorna a scintillare
La versione di Laura Allegrini: https://www.youtube.com/watch?v=ZlOOpZNEBl0