Giovedì 4 dicembre, dalle ore 16.30, l’Aula Magna di Agraria, Dipartimento DAFNE/DIBAF, in via San Camillo De Lellis, a Viterbo, ospita un incontro organizzato dal Tavolo della pace, col supporto di alcune associazioni locali, come Arci Viterbo e Aucs, a cui prenderanno parte alcuni protagonisti di quell’impegno civile per Gaza che nei mesi scorsi ha portato in piazza milioni di persone in tutto il mondo, configurandosi come un vero e proprio risveglio della coscienza dei popoli.
Interverranno, tra gli altri, Pasquale Ferrara, ambasciatore e promotore della lettera aperta alla Presidente del Consiglio da parte di 70 ex ambasciatori per fermare “l’orrore perpetrato nella Striscia di Gaza” e riconoscere lo stato palestinese; gli attivisti della Global Sumud Flotilla: Margherita Cioppi, capo missione dell’imbarcazione Karma e soccorritrice del progetto TOM – “Tutti gli Occhi sul Mediterraneo” di Arci e José Nivoi, sindacalista USB che era a bordo della barca a vela Morgana, successivamente sequestrata da Israele. Nivoi è anche membro del CALP di Genova, il gruppo di portuali che ha bloccato le navi con carichi di armamenti destinati a Israele; Danilo Feliciangeli, referente per i progetti in Medio Oriente di Caritas Italiana e responsabile del progetto “PeaceMed e, in rappresentanza del popolo palestinese, Wasim Dahmash, editore e attivista di “Gazzella”, onlus che fornisce assistenza, cure e riabilitazione ai bambini della Striscia feriti da armi da guerra o disabili.
Le testimonianze dei diversi relatori, moderate dal professor Mario Di Marco, dalla scrittrice e giornalista Simonetta Melinell e dal professor Aurelio Rizzacasa, saranno intervallate da alcuni brani musicali composti da Andrea Roncolini (nella foto), musicista viterbese, attivo negli ultimi anni con i comitati cittadini sui molteplici fronti di difesa della Costituzione aperti dopo la crisi pandemica e quindi ultimamente nei presidi per la Palestina. Brani cantati e suonati, chitarra e armonica, in questi due mesi e mezzo di presidio in piazza del Comune, a sostegno di Gaza e della Palestina, ma anche di tutti i numerosi popoli martoriati dalla guerra.
Quando e come nascono le tue canzoni per Gaza e la Palestina?
Come musicista e attivista allo stesso tempo sentivo il bisogno di coniugare questi due aspetti della mia vita, quello artistico e quello civico, e alla fine è bastato immergersi nella marea crescente delle proteste per nutrirsi di informazioni, slogan e immagini che poi si sono trasformate quasi naturalmente in brani. Sentivo il bisogno infatti di cantare quello che avevamo nel cuore, liberare un canto che fosse collettivo, che risuonasse in ognuno di noi; fare qualcosa per i partecipanti alle manifestazione, infondere coraggio e dare conforto, dal vivo, in presenza, senza troppi fronzoli, per questo chitarra, voce e armonica.
Quali suonerai per l’evento del Tavolo della pace?
In questa occasione mi è stato chiesto di suonare uno dei primi brani scritti per Gaza, ovvero «Dal fiume al mare», una canzone che grida al mondo gli slogan per la Palestina, non dimenticando di tracciare la storia e il quadro impietosi in cui si trovano a vivere i palestinesi e tutti quelli che hanno appoggiato la loro battaglia. Il secondo brano che farò si chiama «Equipaggio di terra» e nasce a seguito del movimento per il sostegno alla Global Sumud Flotilla, una canzone che parla di tutti quelli che con la loro presenza da terra permettono a chi ha deciso di imbarcarsi di non sentirsi solo, ma appoggiato e sostenuto.
Cosa vuoi trasmettere con i tuoi testi durante la tavola rotonda?
Con queste canzoni voglio trasmettere consapevolezza ma soprattutto vicinanza e sostegno a tutti quelli che in questi mesi si stanno mobilitando per una battaglia che non è più locale, ma che riguarda temi universali che ci vedono in prima linea come esseri umani con diritti e dignità da difendere a tutti i costi.
Quanto possono incidere arte e cultura a orientare il sentire comune verso una prospettiva di pace equa per i numerosi popoli che attualmente subiscono conflitti?
L’arte e la cultura sono fondamentali perché sono il cibo di cui si nutre il nostro spirito, agiscono a livello simbolico e quindi danno profondità al sentire di ognuno, allargano il cerchio di risonanza, radicano su qualcosa di più profondo e generale, possono unire laddove chi ci domina cerca di dividere.
Al termine del meeting “Per Gaza, contro il riarmo globale”, alle ore 20.00, è in programma una cena sociale presso il circolo ARCI Il Cosmonauta, in via dei Giardini n° 11, dove alle 21.30, verrà proiettato il docufilm “Portuali” di Perla Sardella, che racconta la battaglia collettiva di un gruppo di portuali del Porto di Genova, uniti sotto la sigla CALP – Collettivo Autonomo Lavoratori Portuali, in lotta con autorità e sindacato affinché le loro mani non siano costrette a caricare e scaricare materiali di morte. Per info e prenotazioni per la cena: 0761 220206. (S.G.)


























