Una Asl che si mette al servizio del malato

Una autentica rivoluzione copernicana : non più il malato che ricorre all’ospedale, ma la struttura sanitaria che si mette – finalmente – al servizio del malato. E’ un po’ il “manifesto” che la Conferenza dei servizi della Asl di Viterbo “scrive” e si impegna a rispettare per i prossimi tre anni. Una assunzione di responsabilità che mette al centro del piano una sempre maggiore tutela per la salute del cittadino. Impegno assai arduo che il team del  vertice aziendale è determinato ad onorare. Spiega il direttore generale, Daniela Donetti:  “Ci muoveremo su tre direttrici: aderenza alle normative regionali, sistema per monitorare i nostri dati, attenta analisi dei bisogni della salute. Il tutto in un’ottica di efficienza legata alle esigenze del territorio”. “Partivamo – aggiunge  – da una situazione difficile e comunque siamo riusciti a ridurre la mobilità passiva, cioè a contenere il numero di coloro che emigrano dal viterbese verso strutture più lontane. Una inversione di tendenza che è già un successo. Abbiamo poi ridotto notevolmente le liste di attesa ricorrendo alla flessibilità dei posti letto e degli operatori sanitari. Per esempio, nella struttura di chirurgia di Belcolle i tempi di attesa per un intervento sono stati tagliati di circa il 25% attraverso una utilizzazione di una squadra chirurgica itinerante sui vari presidi”. In sostanza, è stata potenziata l’offerta, è cresciuta l’attività produttiva e con esse è aumentata la capacità di erogazione delle prestazioni contenendo nel contempo la spesa.

Un piano triennale che, ovviamente, si dispiegherà nel tempo. Per l’immediato (o quasi) il direttore Donetti annuncia interventi qualificanti per l’ospedale di Belcolle (portineria, pronto soccorso, sale operatorie), di Civita Castellana (nuova tac), Tarquinia (pronto soccorso), Bagnoregio (casa della salute). Insomma, una Asl che si impegna a cambiare pelle, ma soprattutto sostanza, anche se non mancano le criticità. Ci mancherebbe. E’ la stessa direttrice Asl a indicarle puntualmente: mancanza di adeguati investimenti in tecnologia; risorse umane (alla Asl di Viterbo c’è necessità di almeno 500 operatori con un turn over bloccato ormai da circa dieci anni); approccio diverso nel rapporto tra sanità e malato con la conseguente necessità di garantire quest’ultimo nel più o meno lungo percorso di cura. “Perché più si è efficienti e meno si spende”. E come dare torto alla direttrice Donetti?

 

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