La problematica è comune a tante città, ma la circostanza che ormai gli amministratori viterbesi possano osservarli affacciandosi dalla sala consiliare è forse unica in italia. La delibera dell’agosto 22 della giunta Frontini appena insediata s’è rivelata per quello che era : un annuncio di buone quanto sterili intenzioni . Leggiamo oggi sulla stampa il rinnovato allarme del consigliere delegato che cita numeri senza specificare la fonte e chiama in causa inerzie della Provincia. Comunque sia che la situazione sia peggiorata è del tutto evidente. Ora che molte competenze in materia siano in capo alla Regione, sia per la gestione faunistica che sanitaria, vista anche l’emergenza PSA , è assodato Anche se , dopo i recentissimi provvedimenti del Governo e del Commissario alla PSA, riprendere in mano la questione da parte della Amministrazione , senza pregiudizi, sarebbe forse utile , considerando che è previsto anche un possibile apporto operativo concordato delle strutture comunali.
Ma su due punti in particolare intanto ci permettiamo di intervenire .
Il primo riguarda l’Arcionello, riprendendo una riflessione già fatta l’anno passato. Ora è innegabile che i cinghiali sono intorno alle città in ogni area, ma che solo dalla immediata prossimità dell’area dell’ARCIONELLO penetrano addirittura nel centro storico. E’ vero che il Comune non ha competenze sulla costituzione, disciplina e gestione delle aree protette. Però questa la ospita interamente sul suo territorio , Basta per avere voce in capitolo , e quindi assumere un protagonismo di interlocuzione e proposta o è’ sufficiente lamentarsi ? Ripetiamo quindi : si può discutere laicamente di una ipotesi diversa di gestione e , , se necessario anche di una limitata riperimetrazione? Certamente salvaguardando tutti i vincoli opportuni e senz’altro quello della inedificabilità assoluta, ragione fondativa per cui peraltro l’ Arcionello fu istituito come area tutelata e fruibile. Ed il Comune puo’ mettere sul tavolo garanzie.
Poi , forse il consigliere incaricato non lo sa ma il Comune di Viterbo partecipa al governo dell’ Ambito ATC VT/1 , che invece di poteri e strumenti gestionali in materia ne ha eccome ed in particolare è responsabile dei piani di selezione/contenimento, soprattutto sui cinghiali Nel Comitato di gestione poi il comune ha nominato una rappresentanza di una scheggia non riconosciuta ma agguerrita e polemica coll’intero associazionismo venatorio invece riconosciuto , ritenuto troppo accomodante. Forse per bilanciare un approccio decisamente green . Insomma , un occhiolino agli animalisti, uno ai cacciatori più veraci e tutti contenti. Peccato che l’ATC in questione abbia realizzato solo il 10% degli abbattimenti programmati e ritenuti necessari ( 100 su 959 programmati) , come da disposizioni regionali. Numeri da fallimento, che il comune condivide. Insomma Cinghiali 2, Frontini 0. Forse c’è qualcosa da rivedere da parte della Giunta.
Comitato Provinciale ARCICACCIA VITERBO