Antonella Rocchetti, sogno un reparto di cardiopatia infantile a Viterbo

di Carolina Trenta

Tutto per Antonella Rocchetti parte da una esperienze personale. Non se ne parla molto, ma ogni giorno nascono tantissimi bambini con problemi e malformazioni al cuore…  Piccoli pazienti costretti a subire un intervento estremamente delicato dopo pochi giorni di vita. Storie che hanno tutte un filo che le caratterizza per i momenti dolorosi e di sofferenza.

Antonella Rocchetti viterbese in seguito al suo vissuto sofferto di mamma con un figlio cardiopatico, maturò l’idea di impegnarsi per dare speranza e sostegno alle numerose famiglie che si trovano costrette ad affrontare la sua stessa battaglia: nasce così l’Associazione Bambini Adulti Cardiopatici.

Ed è da qui che Antonella ci ha raccontato di sé…

“Tutto ha inizio 31 anni fa, con la nascita del mio secondogenito Fabio. Sin da subito ha presentato una cardiopatia, che è stata seguita dagli ospedali di Bologna e Viterbo. In quel periodo ho conosciuto il Dott. Sandro Marenzoni, che mi ha proposto di fondare questa associazione per colmare la quasi totale assenza di macchinari per la cura delle cardiopatie infantili. Ho accettato e abbiamo aperto un primo ambulatorio a Belcolle”.

Sono trascorsi un bel po’ di anni, oggi suo figlio come sta?

Conduce serenamente la sua vita ad Amburgo, in Germania, dove è diventato uno chef affermato. Questo grazie alle cure ricevute e ai controlli consueti.

Quello che abbiamo fatto negli ultimi 30 anni, quello che stiamo facendo oggi per i cardiopatici e quello che la nostra associazione ha in mente per il futuro”. Una sua frase pronunciata nel giugno 2020, dopo il primo lockdown. Come si traduce questa espressione a distanza di due anni con una pandemia ancora in corso?

In realtà a noi è cambiato poco, solo il fatto che non abbiamo più potuto fare le manifestazioni a cui eravamo abituati. Da un po’ di tempo il nostro ambulatorio “Gente di Cuore”, situato a Santa Barbara, è diventato uno Studio Medico Sociale: se prima infatti curavamo solo cardiopatici oggi, grazie alla disponibilità di molti medici, abbiamo ampliato il tipo di assistenza. Con la pandemia la povertà è dilagata e noi vogliamo essere in prima linea per aiutare.

Quanto il Covid ha inciso nel sistema di cura delle patologie rappresentate?

Con l’ambulatorio ci siamo fermati pochissimo, a parte durante il primo lockdown, non abbiamo chiuso mai. Quello che pesa di più come premesso è che che venendo meno gli eventi non riusciamo ad autofinanziarci.

 Come sono i rapporti con l’Ospedale e le Istituzioni?

Devo ammettere che abbiamo sempre avuto buoni rapporti sia con l’uno sia con le altre. A Belcolle l’ambulatorio è ancora in funzione ed è guidato dalla figlia del Dott. Marenzoni, con la quale siamo costantemente in contatto; un altro enorme punto di riferimento è l’Ospedale Bambino Gesù di Roma, ci ha accompagnati nelle nostre sfide sin dall’inizio. Le istituzioni ci sono sempre state vicine, non abbiamo mai avuto problemi, indipendentemente dai colori politici.

Associazione Adulti e Bambini Cardiopatici Onlus ha ricevuto contributi dalla Chiesa Valdese per l’acquisto di farmaci. Chi sono i vostri sostenitori?

Riceviamo donazioni da molte realtà, in particolare dalla Fondazione Carivit, ma l’aiuto più grande ci viene dalle gente comune. Sono tante le persone che, al di là del denaro, ci donano il proprio tempo e le proprie energie per lo svolgimento delle nostre attività quotidiane.

Inizialmente l’Associazione si chiamava Bambini Cardiopatici, poi si è aggiunto “Adulti”…

Un completamento di cui vado particolarmente fiera. Infatti, sono molti i giovani che hanno continuato a seguirci anche dopo aver ricevuto le cure di cui hanno avuto bisogno quando erano bambini.

Nella prima giornata delle cardiopatie congenite cosa è emerso nella Tuscia? Qual è la realtà e quanto tocca le famiglie più fragili? Quanti sono i bambini che avete in cura? Ci sono molti stranieri?

Mi sono sempre battuta perché i bambini siano tutti uguali. Le cure sono accessibili a tutti, visitiamo gratuitamente, ma le famiglie fragili sono tante, non riusciamo a seguire ognuna di loro come vorremmo, ed è per questo che abbiamo bisogno del supporto degli ospedali.

Quali sono oggi le esigenze primarie?

I bambini che nascono a Viterbo e che poi vengono portati negli ospedali d’eccellenza per ricevere le cure più adeguate sono molti, ed è per questo che mi piacerebbe avere un reparto di cardiopatia infantile nella nostra città. Per quanto riguarda l’ambulatorio, un sogno nel cassetto è quello di avere uno studio dentistico. A volte i sogni si avverano…

 All’interno dell’associazione si svolge il servizio civile?

Purtroppo no, non è stato mai fatto, siamo rimasti un po’ bloccati di fronte alla tanta burocrazia. Sarebbe una bella cosa e un valido aiuto da parte di giovani freschi e volenterosi non ci farebbe male, soprattutto di fronte alle nuove tecnologie!

Come Presidente, o semplicemente come Antonella, vuol fare un ringraziamento speciale alle persone che anche in quest’anno così difficile hanno continuato a sostenere l’Associazione?

Mi sento di ringraziare tutte quelle persone che ogni giorno ci danno fiducia e condividono con noi parti molto difficili delle loro vite, così come i volontari che ci aiutano nella quotidianità che mettono il proprio tempo, la propria energia, la propria esperienza al servizio degli altri. Certamente, senza di loro non andremmo da nessuna parte.

Quello della Presidente Antonella Rocchetti è un impegno a 360 gradi che la vede in prima fila anche in tempi piuttosto complessi e delicati, ma affrontati sempre con dedizione ed è proprio il caso di dirlo, con il cuore.

“Se si cura una malattia, si vince o si perde; ma se si cura una persona, vi garantisco che si vince, si vince sempre, qualunque sia l’esito della terapia.” (Patch Adams)  

Con questa frase di sintesi si chiude la piacevole conversazione con Antonella Rocchetti.

https://www.facebook.com/AssociazioneBambiniAdultiCardiopaticiOnlus/

 

 

COMMENTA SU FACEBOOK

CONDIVIDI