Angelica Capotosti, vice capitana della VBC Viterbo: “Gioco a pallavolo da quando ne ho memoria”

di Alfredo Boldorini

ORTE – “Gioco a Pallavolo da quando ne ho memoria”. Prosegue il viaggio di Tusciaup.com all’interno delle società sportive femminili provinciali. Dopo Veronica Guidozzi, oggi spazio alla vice capitana della VBC Viterbo Angelica Capotosti.

Chi è Angelica Capotosti?
Ho 26 anni, vivo a Orte, sono in corso di studi presso la facoltà di Giurisprudenza. Da febbraio 2020 lavoro in Intesa Sanpaolo.

Quando hai iniziato a giocare a volley?
Gioco a pallavolo, ruolo opposto, da quando ne ho memoria e ho sempre messo questo sport prima di tutto nella mia vita, non posso proprio farne a meno.

Parliamo dell’ultimo impegno: sconfitta amara sabato sul campo del Piandiscò…
Sì, molto amara. Siamo andate a giocare in un campo che sapevamo fosse difficoltoso, ma per come era iniziata la partita, è stato inaspettato il risvolto che ha avuto. La vittoria ci è infatti sfumata via da sotto gli occhi. I primi due set sono andati molto bene, durante il primo set ci siamo fatte valere fino al parziale di 32-34 abbiamo messo in campo delle capacità che purtroppo sono venute a mancare nei set successivi dove abbiamo fatto troppi errori a differenza delle nostre avversarie. Abbiamo sofferto tanto in ricezione e non siamo riuscite a portare a casa i punti che ci meritavamo. Davvero un peccato perché eravamo partite con un vantaggio di due set a zero.

Quali aspetti positivi estrapolare dalla sconfitta?
Sicuramente una sconfitta non fine a se stessa ma dalla quale ripartire, prendendo gli aspetti positivi che ci sono stati, lavorando uniti sulle cose che non sono andate per il verso giusto, ci rimboccheremo le maniche e continueremo ad allenarci duramente per vincere e portare avanti il nostro sogno.

Quali sono le differenze tra la VBC di qualche anno fa con quella attuale?
Sono entrata a far parte di questa società proprio nell’anno in cui abbiamo vinto il campionato di serie C: è stata una delle emozioni più belle vincere quel campionato ed è stato ancora più bello proseguire il nostro sogno con la B2. Questi anni passati assieme alle ragazze e agli allenatori ci hanno dato modo di crescere insieme sotto molti aspetti, sia tecnici che personali.

E’ cresciuta anche la società secondo te?
Penso che siamo cresciuti tutti di pari passo e questo è evidente anche dai risultati che stiamo portando a casa.

State gettando le basi per il grande salto?
Diciamo che ce la stiamo mettendo tutta. Dopo tutti questi anni lavoriamo in sinergia e questo è quello che ci fa essere di livello per il campionato che stiamo affrontando.

Dove può arrivare la VBC quest’anno?
Io credo molto lontano. Abbiamo una squadra che fa invidia a molte società a mio parere, ma non solo per la bravura di ogni singola ragazza, ma soprattutto perché siamo unite per lo stesso obiettivo ed è per questo che penso che dobbiamo e possiamo puntare in alto. Io caratterialmente sono una persona che punta sempre e solo al meglio, gioco per vincere, ed è quello che quest’anno mi aspetto dalla VBC Viterbo.

Come giudichi il movimento femminile del volley a Viterbo?
Nello scenario viterbese non è semplice trovare società femminili di categoria, forse perché ormai la pallavolo è uno sport “complicato “ sotto tanti aspetti, ci sono società che si sono formate grazie all’unione di altre società. Purtroppo anche il periodo pandemico che stiamo vivendo non è di aiuto, spero in una risalita.

E il settore giovanile?
Ecco, quello che realmente mi consola è il settore giovanile. In palestra vedo molti gruppi giovanili che si stanno avvicinando alla pallavolo, la VBC Viterbo ha un bel bacino di ragazze che stanno affrontando dei campionati a testa alta. Ci sono molti gruppi giovanili che vengono a tifarci il sabato, un po’ come facevo io quando ero piccola, è così che ho amato ancora di più questo sport. E’ anche la consapevolezza di essere seguita dalle nuove generazioni che incoraggia me e le mie colleghe, ci fa desiderare di fare sempre meglio.

In Italia invece?
Credo che in Italia se ne parli troppo poco di questo sport. Per fortuna, grazie ai significativi successi nazionali e locali, la pallavolo sta entusiasmando sempre più sportivi e sta raggruppando un bacino di tifosi sempre più ampio.

Perché hai scelto proprio la pallavolo?
Da piccola ho provato tanti sport, quando si è piccoli si ragiona che dove va una vanno tutte, dato che nessuno sport mi entusiasmava, ho deciso di andare contro corrente e di entrare in palestra a fare minivolley. Diciamo che da quel giorno non sono più uscita da quella palestra. Di strada ne ho fatta ripensandoci, ma ne è valsa la pena.

Quando smetterai, ti piacerebbe rimanere nell’ambito volley, magari facendo il dirigente o il coach?
A dire il vero in passato ho già preso confidenza con la panchina, allenando il settore giovanile a Orte. E’ complicato da spiegare: è come se per il momento però la mia mente fosse all’interno del campo non all’esterno. Non riesco a ragionare da allenatrice, ma ancora da atleta. E’ per questo che ho preferito concentrarmi ancora sul gioco.

Come sarà il futuro di Angelica Capotosti?
Per il momento non riesco a vedere un futuro senza pallavolo. Un domani di certo non vorrò abbandonare la palestra, ma ora non pensiamoci, voglio pensare a giocare e portare avanti il nostro sogno.

COMMENTA SU FACEBOOK

CONDIVIDI