Amalasunta regina dell’Isola Martana e quel fantasma che vi aleggia

E’ prossima la ricorrenza della sua morte datata 30 aprile del 535.
A quanti conoscono questa regina gota e a tutti coloro che non la conoscono ne rievochiamo la storia, essa  fu l’unica figlia di Teodorico, re degli Ostrogoti.
Pare che ella percorresse abitualmente una strada (che portava sull’isola dalla terraferma) che, da quel momento, è divenuta “Strada di Amalasunta”.
È notorio che sull’Isola Martana la sovrana fu fatta uccidere dal cugino Teodato, che prima la fece rapire con un agguato. La regina fu presa prigioniera fra Bolsena e Montefiascone, mentre si recava per un viaggio “diplomatico” a Roma.
Sembra che da lì sarebbe stata trasportata con una barca sull’isola e rinchiusa nel palazzo di cui restano le rovine.
Qui le avrebbero tolto la vita dei sicari, nella notte del 30 aprile 535.
Fonte in cui è citata la sua uccisione è Procopio di Cesarea che, ne La guerra gotica afferma: “V’ha un lago in Toscana, chiamato Vulsinio, dentro a cui sorge un’isola assai piccola invero, ma munita di un forte castello. Colà Teodato teneva racchiusa Amalasunta”.
Però sembra che sia stata seppellita sulla terraferma, in uno dei sette colli antistanti l’isola, dove sarebbe stata trasportata su una carrozza d’oro.
A condurla li sarebbe stato proprio un pescatore, tale Tomao, anch’egli “passato alla storia”. Sarebbe stato lui non solo a trasportare la regina sull’isola, ma a tenerla in contatto con i martani. Perciò nel centro storico di Marta esiste la cosiddetta “Casa di Tomao” (al civico n. 106 di via Amalasunta) ed a lui è stata intitolata una piazza, nota come “Laco (lago) Tomao”.
La leggenda vuole che, nelle notti di luna piena, aleggi il fantasma della sovrana fra le rocce e le acque dell’isola Martana. Non solo. Molti pescatori, nei giorni di forte tramontana, sentono ancora le grida strazianti di dolore di Amalasunta.
Al di là dei racconti tramandati, magari anche un po’ rivistati e alterati, di certo resta la forte importanza e la centralità avuta da questa regina.
Tanto che a Marta, nell’agosto del 1994, per il 1500° anniversario dalla sua nascita, la regina fu omaggiata con una sfilata della banda del paese e di varie imbarcazioni sul lago di Bolsena (tra cui delle gondole veneziane). Inoltre, fu ricordata con una targa commemorativa apposta su una parete dell’isola Martana.
La cerimonia fu replicata, quello stesso anno (il cosiddetto ‘anno Amalasuntiano’), in occasione della Regata Storica a Venezia. Stavolta furono delle barche etrusche del lago di Bolsena ad arrivare in Laguna. Tuttora esiste, al Museo Storico Navale dove è conservato, un modello delle stesse donato, che è stato qui esposto.
 Di certo la narrazione divisa tra storia e leggenda ne rappresenta una donna e una sovrana che è stata un esempio e ha saputo lasciare la sua impronta, nonostante la sua fine tragica.
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