Altea Leardini, modella 19enne: “Quando sono in passerella è la mia adrenalina che sfila per me”

di Alfredo Boldorini

TARQUINIA – “Quando sono in passerella è la mia adrenalina che sfila per me”. Altea Leardini, 19enne residente nella cittadina tirrenica, iscritta alla facoltà di psicologia, modella, si racconta a Tusciaup.

 

Chi è Altea Leardini?

Ho 19 anni, vivo a Tarquinia. Sono una persona apparentemente molto estroversa ma su alcuni aspetti della mia vita sono particolarmente riservata.
Mi considero un po’ una sognatrice. Ho un carattere forte per certi aspetti e molto fragile per altri. Sono molto ferma sulle mie idee, ambiziosa ma allo stesso tempo sono anche molto insicura e autocritica.
Adoro il contatto con i bambini perché li trovo spontanei e senza filtri, mi piace la loro fantasia, la loro abilità di saper vedere un castello in una scatola di cartone, come dico sempre. Mi piace il teatro e mi sono dedicata a piccoli corsi di musical e recitazione che mi hanno dato veramente tanto.

 

Studi, lavori o fai entrambe le cose?

Studio psicologia e nel mentre aiuto mia madre nell’attività di famiglia (ha un’agenzia immobiliare). Al tempo stesso lavoro come modella presso la YourWay management di Roma.

 

Quali sono i tuoi hobby?

Amo cucinare e inventare ricette, suono il pianoforte, non sono mai stata una vera sportiva ma da poco mi sono messa alla prova con una disciplina che adoro e che, considerata la mia misera elasticità, è davvero una sfida: danza aerea.

 

Da Tarquinia alle passerelle di moda: com’è iniziato questo percorso?

Il mio percorso è iniziato quasi per caso oserei dire. Mi è sempre piaciuto sfilare, così un giorno per gioco mi sono iscritta a Miss Italia pensando che mi avrebbero dato una pacca sulla spalla e rimandata a casa, non mi sentivo per nulla all’altezza. E invece, oltre a divertirmi tantissimo, sono stata notata da un’agenzia di moda di Roma. Dopo un corso professionale di formazione in cui ho studiato dizione, espressione cine-tv, make up, posa fotografica e portamento mi sono guardata un po’ intorno e alla fine ho trovato l’agenzia che potesse fare al caso mio. Dalla firma del contratto in YourWay sono arrivate soddisfazioni che veramente non avrei mai pensato di poter raggiungere, un po’ perché in me ci ho sempre creduto molto poco, un po’ perché ero completamente estranea a questo mondo.

 

Cosa provi quando sei in passerella?

Quando sono in passerella provo sensazioni assurde, a chi me lo chiede, io dico sempre che è la mia adrenalina a sfilare per me. È assurdo, le ore prima della sfilata sono sempre tesissima, ma al primo passo in passerella è veramente entusiasmante: la musica, le luci, un’emozione fortissima che ti coinvolge completamente e ti fa per quei pochi minuti dimenticare tutto il resto.
In passerella esce un lato di me che non pensavo proprio esistesse: un lato più sensuale, elegante e carismatico che probabilmente nella vita di tutti i giorni nascondo nel cassetto del comodino e tiro fuori proprio solo all’indispensabile occorrenza.
Ricorderò sempre la prima passerella ad Altaroma… Una volta rientrata in backstage arrivarono delle lacrime improvvise, un po’ per l’emozione, un po’ per tutta la tensione accumulata nelle ore prima, un po’ per la felicità di aver fatto la mia prima sfilata… Una reazione che non mi sarei mai aspettata ma che poi ho scoperto essere molto comune.

 

Qual è la stata la Fashion Week che ti è piaciuta di più? E perché?

Ho partecipato per tre volte ad Altaroma (Fashion Week di Roma). Non è conosciuta come la Fashion Week di Milano ma è davvero un bell’evento: in queste tre esperienze ho sfilato per diversi stilisti (Alexandre Blanc, Pommes De Claire, Eticlò, Gaiofatto, Maria Sapio, Sartoria 74, Crule ) ognuno con il proprio stile e la propria identità: ogni passerella, a suo modo, è stata unica.
Poi ho sfilato in piazza Augusto Imperatore a Roma per Giovanni Cavagna e Gianfranco Ferrè…
Non ce n’è una che metterei sopra alle altre, perché la bellezza di questo lavoro secondo me sta proprio nel doversi calare ogni volta in un ruolo diverso… Un abito non si porta da solo, e devi tentare, in ogni singola sfilata, di rispecchiare al meglio l’unicità dei capi che indossi e portare in passerella il messaggio e lo stile che lo stilista vuole trasmettere.

 

Qual è il messaggio che vuoi lanciare quando sei in passerella, quando sfili?

Non avrei mai pensato di poter arrivare dove sono, che poi parliamoci chiaro, nel percorso di una modella io sono davvero all’inizio, c’è molto di più… Per chi lavora nel settore io sto ancora muovendo i miei primi passi, ma per me è perfetto già così: mi diverto, mi piace, mi fa sentire libera. E forse quello che voglio trasmettere è proprio questo: più volte ho pensato di rinunciare, che forse non faceva per me, più volte mi sono posta dei limiti pensando ai giudizi degli altri che in una città piccola come quella in cui vivo, in cui tutti più o meno ti conoscono, è più difficile trascurare. Poi però mi sono voluta dare una chance, ho provato per una volta a pensare a quello che potesse rendere felice me e non gli altri convincendomi del fatto che, gli amici, le persone che mi volevano bene per davvero, sapessero chi sono, aldilà delle foto, aldilà delle passerelle e di tutto quello che può non essere ben compreso da tutti.
Il mio messaggio è quindi quello di provare, di darsi delle chance, di cogliere le esperienze positive che ci capitano, piccole e grandi che siano, e di non vivere di rimpianti che è quello che avrei fatto io se non mi fossi messa in gioco in questa esperienza.

 

 

A quale booker sei affiliata? Come sei arrivata da loro? Come ti trovi con loro?

La mia booker è Emanuela Corsello. Penso di poter parlare a nome di tutte le ragazze di YourWay se dico che Emanuela oltre a essere una grande booker è un po’ la mamma e l’amica di tutte noi: è sempre disponibile per una telefonata, un consiglio, un caffè, anche per starci vicino in situazioni personali che prescindono dal lavoro in sé ed è una cosa che veramente apprezzo. Ha creduto in me ancora prima che iniziassi a farlo io, ha saputo vedere in me delle potenzialità che non ho mai saputo di avere e che, in parte, ho sempre cercato di arginare per paura di non esserne all’altezza.
Mi ha dato sicurezza, ed è riuscita a farmi apprezzare parti di me che consideravo difetti. È bello vedere quanto sia sì il nostro capo, ma anche un punto di riferimento per ognuna di noi: ce lo dice sempre, noi siamo le sue ragazze.

 

E quali sono i tuoi prossimi impegni per il 2022?

Voglio sicuramente portare avanti l’università, se possibile dedicarmi al teatro e continuare a sfilare. Mi auguro di continuare a fare tutto ciò che mi interessa.

 

Dove vorresti arrivare? 

Vorrei diventare psicoterapeuta infantile: adoro i bambini e ho sempre avuto una particolare inclinazione per qualsiasi attività li includesse. Mi piace ascoltarli, sentire le loro idee, capire le loro menti, i loro modi di relazionarsi, scoprire un po’ il loro mondo, provare anche io a vedere, da adulta ormai, quel castello in quella scatola di cartone.

 

Hai preso parte anche alle selezioni di Miss Italia 2020: raccontaci com’è andata?

Miss Italia è stata davvero una bella esperienza! È iniziata totalmente per gioco, ho fatto qualche selezione e inaspettatamente mi sono portata a casa una fascia… Sono state le mie prime passerelle con un pubblico e ho conosciuto ragazze che veramente mi hanno dato tanto. Spesso si pensa ci sia competizione all’interno di questi concorsi: nella mia esperienza posso dire che invece ho trovato ragazze carinissime, alcune sono ormai mie amiche strette e ci sosteniamo a vicenda in tutti i nostri successi e anche nei momenti no, ci confrontiamo, ci incoraggiamo, ci sproniamo e ascoltiamo. Ho trovato in loro una solidarietà femminile pazzesca ed è questo che ho amato di più del concorso: oltre alle sfilate, agli abiti, alle fasce, ai luoghi che visiti facendo le selezioni c’è anche un mondo fatto di ragazze come tante con gli stessi sogni, ambizioni, delusioni, preoccupazioni e problemi di tutte le altre.

 

Oltre a suonare il pianoforte, cosa fai nel tempo libero quando sei a Tarquinia? 

Nel tempo libero sono una come tante: mi alleno quel che basta per stare bene, esco con le amiche, guardo serie tv, cucino e preparo dolci di ogni tipo, suono e a volte canto, ma non è che sia un gran fenomeno (spero vivamente che quelli che stanno al bar sotto casa non mi sentano).
Ogni tanto mi è capitato mi chiamassero alle feste di compleanno a fare animazione con altre ragazze: penso di essere l’unica Cenerentola/Ariel/Lady Bug tatuata che i bambini di Tarquinia conoscano!

 

Vuoi mandare un messaggio alle tue coetanee sul mondo della moda? Tu come lo hai trovato?

Non mi sento di essere nella posizione di poter dare consigli o messaggi alle altre, anzi spero che siano proprio loro a continuare ad aiutare me, a farmi crescere e a farmi scoprire sempre di più questo mondo che spesso è incompreso, sottovalutato e annebbiato dai luoghi comuni che la gente ci ha creato sopra. Io, con la mia piccola esperienza, posso dire che è un mondo bellissimo ricco di cultura, in cui ti relazioni con le personalità e le idee di tutto il pianeta, un mondo in cui le diversità e le particolarità, che spesso sono viste come difetti e stranezze nella vita di tutti i giorni, diventano punti di forza, un mondo che definirei anche libero, forse quello con meno pregiudizi, con più accoglienza, comprensione e apprezzamento verso quello che si distacca dai canoni a cui siamo abituati, un mondo in cui ognuno è libero di essere se stesso, di esprimersi come meglio crede.

  

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