Alla scoperta della bellezza de ll Cammino Tuscia 103 del Cai Viterbo

di Luciano Pasquini

Il gruppo Cai Viterbo

Il racconto di una giornata particolare che inizia guardando fuori.Il meteo promette bene.

La partenza:  il cielo è limpido, l’appuntamento per percorrere parte del Cammino Tuscia 103 inizia dalla Loc. “La Botte” Frazione di Vetralla VT, per  terminare a Civitella Cesi, per un totale di circa 18 Km. Gli altri del gruppo continueranno poi alla volta di Monteromano per arrivare poi a Tarquinia. Arrivo tra i primi, cosa insolita per le mie abitudini, ma la voglia di camminare e attraversare parte della Tuscia ha vinto sulla mia naturale pigrizia. Ci sono partecipanti che già conosco come “Silvio” l’esperto che ci accompagnerà in questa camminata e altri nuovi, che si sono aggiunti, terminate le presentazioni, sono circondato da tanti nomi i e volti  simpatici, ne familiarizzerò durante il percorso.  In tutto siamo una dozzina, numero ideale per un gruppo, “Pippo” un cane di piccola taglia bianco e nero ci farà da “mascotte”.

Il Cammino Tuscia 103 nasce su iniziativa del Club Alpino Italiano, Sezione di Viterbo che lo ha tracciato e ne cura la segnaletica. Il percorso è suddiviso in sette tappe per un totale di Km 110 che collegano Orte Scalo a Tarquinia,  di recente inaugurazione, è oggi disponibile per chi vuol attraversare la Tuscia fino al mare vendendo panorami impossibili.

SI parte sul serio: E’ giunta l’ora di mettersi in cammino, indossare lo zaino e questo gesto, mi fa ricordare  il proverbio – che per quanto sia grande l’obiettivo che ci prefiggiamo ciò che conta e cominciare , l’impegno è quello di spingere sulle gambe.

Itinerario: appena lasciata la frazione de la Botte, un rigoglioso bosco di faggi ci accoglie e riparandosi dai raggi del sole, il fondo si presenta fangoso a causa delle recenti piogge, si deve prestare attenzione per non scivolare, superato un piccolo passaggio a livello, il casello riporta con la mente, ai vecchi tempi quando a sorvegliare il transito dei treni c’era l’addetto che qui viveva, ed era conosciuto da chi vi passava. Ora tutto è automatizzato, quella “lentezza” messa da parte va riscoperta insieme alla “semplicità” per affrontare qualsiasi viaggio – per vivere il nostro tempo, lo sottolinea lo scrittore Gabriele Romagnoli nel suo bel libro “Solo bagaglio a mano”-.

La sosta: ci serve  per recuperare le energie nei pressi di Barbarano Romano, siamo quasi a metà del percorso, all’interno del Parco Regionale Marturanum possiamo ammirare resti di  necropoli Etrusche, qui il tufo con la sua colorazione rossiccia sprigiona il suo  fascino ricordandoci un legame avito con questa terra. Lasciati alle nostre spalle i siti archeologici e superarti alcuni dislivelli, veniamo ripagati delle fatiche, di fronte a noi il paesaggio si apre,lo sguardo può vagare libero, dai fitti boschi, ai campi coltivati un pò più in là, per chiudere lo scenario con la sagoma  dei monti della Tolfa e in fondo Civitavecchia circoscrivono lo sguardo.

Il cammino: Per poter conoscere propriamente la Tuscia, il territorio e la sua storia si devono attraversare i suoi sentieri, le strade cave, le forre, solo cosi si può arricchire la propria esperienza.

La segnaletica:  Il cartello ci avverte che mancano soltanto quarantacinque minuti all’arrivo a Civitella Cesi. Le nostre riserve d’acqua si  stanno esaurendo, per via di uno allontanamento vissuto  sotto il sole l’arsura si fa sentire , ci stiamo avvicinando alla meta.

La discesa: Anche quando la stanchezza si fa sentire il tratto induce alla spinta finale. Percorriamo una  ripida discesa piena di sassi grandi e piccoli  che ci fa avanzare lentamente,con molta accortezza, ci aiutiamo  con i bastoncini, ma le gambe cominciano ad essere provate dalla fatica. L’allenamento migliorerà la performance di una esperienza destinata a ripetersi.

 A destinazione: Terminata la discesa siamo arrivati a destinazione, Silvio e gli altri del gruppo si fermano, loro l’indomani proseguiranno il cammino, la parte migliore della giornata è la condivisione di  un pasto insieme, scambiandoci le emozioni di questa esperienza di  cammino. Peccato separarci, ognuno verso la propria auto per la ripresa del cammino verso la nostra quotidianità.  Più ossigenati.

Il cuore dell’antica Etruria, centri di interesse storico – archeologico come Barbarano Romano, Il Parco Marturanum, le aree archeologiche sono la nostra cartolina in cui fissare le nostre  sensazioni…luoghi meravigliosi… pace amore e gioia infinita. La stanchezza già è messa in secondo piano.Uno spicchio di Tuscia quella attraversata assolutamente inedita. Grazie al Cai di Viterbo.

 

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