Alaska: due anime in una disperata corsa verso il futuro

Rossella Salvatorelli

S’incontrano per casualità sul terrazzo di un albergo parigino, fumando una sigaretta. Lui, Elio Germano, è Fausto. Fa il cameriere. Lei, una giovane attrice francese, Astrid Berges-Frisbey, è Nadine. Ha appena fatto un provino come modella. Sono due anime sole, senza radici, che allacciano una storia d’amore struggente. Alaska, questo il titolo del film di Cupellini, già presentato alla Festa del cinema di Roma,  è il racconto drammatico di una felicità miraggio.

Una relazione affettiva che mal si concilia con la carriera di ciascuno dei protagonisti. Un su e giù tra ricchezza e povertà, tra Parigi e Milano, tra un incontro e un addio. Fausto  è un violento, ha conosciuto anche il carcere, quello duro, francese, e i suoi comportamenti infastidiscono lo spettatore, anche se proprio in queste scene aspre emerge tutta la bravura di Elio Germano. Nadine, invece, è una bellezza semplice, con un volto molto espressivo.

Il film ha un buon ritmo, ma i toni sono accesi e talvolta anche la tragicità risulta eccessiva.  Però questo trascorrere e sovrapporsi di eventi spiacevoli, disperati, crea suspance e curiosità. E ne vale la pena arrivare fino in fondo, perché il sentimento vero…..guarda sempre al futuro.

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