Aky, a Viterbo ho ricucito la mia vita

di Sara Grassotti

Akbar Hesari

Aky, all’anagrafe Akbar Hesari, di nascita iraniano di Teheran, dal suo paese è fuggito 18 anni fa, quando era un promettente studente e pensava di continuare il suo corso di studi con indirizzo in  matematica. Una mattinata di racconto adeguato e diretto ci ricostruisce la sua storia, ascoltarla fa bene anche a noi. Nel 2010, sotto il regime di Ahmadinejad eletto presidente nel giugno 2005, si inaspriscono le proteste in Iran, Aky decide di lasciare il suo paese, i suoi famigliari e di partire, lascia Teheran con un semplice zaino in spalla e tanta voglia di farcela.

Non è stato semplice. Inizia il suo pellegrinaggio senza sosta da richiedente asilo e nel 2010 sbarca in Italia a Bari. Aky aveva sogni molto semplici: la ricerca di un po’ di pace e di un luogo tranquillo in cui fosse possibile lavorare, vivere e magari farsi una famiglia. Dopo varie tappe facendo i lavori più disparati, arriva a Roma e nella pizzeria in cui aveva trovato lavoro incontra Geanina, di nazionalità rumena, oggi ventinovenne. Nella ricerca di un luogo protetto, arrivano a Sutri, dove ormai da cittadini italiani si uniscono in matrimonio e nove anni fa arriva il loro Davide.

La manualità, il lavoro di sartoria sono un pallino che Aky si porta dietro dalla tradizione del suo paese. L’arte della tessitura dei tappeti è senza dubbio una delle opere più conosciute dell’artigianato e dell’arte iraniana. Teheran ospita il più importante museo del tappeto di tutta l’Iran, il Carpet Museum of Iran. In due si riesce a sentirsi più forti e a mettere in piedi oltre i sogni anche i progetti. Facendo una visita a Viterbo insieme a Geanina, si innamorano della città, decidendo di trasferirvisi. Nel 2014 Aky apre il primo piccolo laboratorio in via Marconi, iniziano ad arrivare i primi lavori e, soprattutto, i primi clienti che si affezionano ad Aky per la precisione del suo servizio, per la sua gentilezza. Geanina si occupa della famiglia, ma quando c’è da dare una mano non si tira indietro.

Oggi Aki ha 36 anni, con la sua famiglia vive a Viterbo appena fuori le mura e il piccolo negozio di sartoria chiamato la Sartoria di Aky, tanto per non confondersi, si è trasferito in via Mazzini al civico 18, a 50 mt dalla Casa di Santa Rosa, nel centro storico della città dei Papi, esegue lavori di riparazione per i privati e per importanti negozi del Corso, tutti lo salutano ma siamo in pochi a fargli delle domande, forse perché non siamo abituati a interrogarci sulle storie delle persone. Il suo laboratorio è anche il luogo ideale per farsi sistemare un orlo o mettere le toppe a un buco sul maglione, lui molto dignitoso, molto di garbo, è un gran lavoratore, è attivo dalla mattina alle 8 alla sera alle 20. “Siamo felici a Viterbo, siamo ben integrati, il nostro bimbo frequenta la quarta elementare alla Scuola De Amicis in via Emilio Bianchi, va a scuola calcio e ci frequentiamo anche con gli altri genitori”.

Aky è riuscito a conquistarsi una vita serena e normale, quella che sognavano per lui i suoi genitori, che non vede da quando è partito 18 anni fa.

“Il lavoro mi rende più felice, sono onorato di essere cittadino italiano, residente a Viterbo, il nostro futuro lo immaginiamo qui.

Mentre stiamo concludendo la nostra conversazione, arriva la mamma di un compagno di calcio di Davide che si accorda per accompagnare insieme i bambini ad allenarsi.

La sua unica malinconia, ci confessa, è quella di non aver più rivisto i suoi familiari, fortunatamente oggi ci sono tanti mezzi per comunicare.  La storia di Aky ci dice che integrazione e inclusione è una sfida possibile. Sentirsi parte di una collettività è una conquista e quindi integrarsi positivamente sotto il profilo psicologico, culturale ed economico nell’ambiente in cui si vive è un processo che riguarda tutti i suoi componenti.

Se vi capita andate a conoscere Aky, ci sono sempre in casa orli da fare, pantaloni da accorciare, tappezzerie da riassestare. Ne trarrete una bella esperienza di vita.

Sartoria di Aky  tel. 327 248 4494

L’arte della tessitura in Iran è vecchia di almeno 3500 anni.

 

 

 

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