Acqua, Lombardi: “Il Governo stanzi fondi per l’arsenico nella Tuscia”

“Il costo del trattamento delle acque per portare l’arsenico entro i limiti stabiliti per legge, è di circa 9 milioni di euro annui ed è a totale carico dei cittadini poiché interamente riversato nella tariffa idrica. A tal proposito, subito dopo il mio insediamento, mi sono immediatamente attivata cercando di coinvolgere i Ministeri competenti per reperire le somme necessarie alla gestione dei dearsenificatori fino a quando non saranno disponibili i fondi del Recovery Fund e del Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibile per l’approvvigionamento idrico dall’acquedotto del Peschiera e per avviare la miscelazione delle acque e chiudere così definitivamente questa problematica e al tempo stesso allontanare la sventurata ipotesi dell’ingresso di un socio privato in una società che, ad oggi, è totalmente pubblica e che tale deve rimanere, nel rispetto della volontà popolare espressa ampiamente con il referendum di 10 anni fa”. Così in un post su Fb Roberta Lombardi, assessora alla Transizione Ecologica e alla Trasformazione Digitale della Regione Lazio, su un nuovo incontro tenuto con i Comitati dell’Acqua Pubblica del Lazio.

“I nostri uffici stanno anche verificando la possibilità di estendere la disponibilità dei fondi per la gestione dei dearsenificatori anche a quei Comuni che attualmente non hanno ancora ceduto il servizio idrico integrato al gestore unico e non hanno le risorse necessarie per la dearsenificazione. – spiega Lombardi – A tal proposito però è d’obbligo fare alcune precisazioni: la problematica arsenico è seria e proprio per questo bisogna evitare speculazioni di ogni genere. L’arsenico presente nelle acque della Tuscia è sopra i limiti di legge solo in alcuni Comuni e la quasi totalità di questi non è servita dalla società che gestisce il servizio idrico integrato; nella restante parte della provincia invece i quantitativi sono nei limiti proprio grazie ai dearsenificatori. Per uscire da questo stallo, c’è quindi bisogno di un intervento super partes in grado di andare oltre queste dinamiche e garantire così il diritto alla salute di tutti i cittadini”, conclude Lombardi.

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