Accorpamento del Liceo Scientifico di Tuscania all’I.T.E Paolo Savi: il Tar dà ragione alla Provincia di Viterbo

La Provincia di Viterbo, difesa dagli avvocati interni Paolo Felice e Marta Dolfi e dall’avvocato Cesare Costa, vince innanzi al Tar Lazio che con sentenza n. 6133/2022 ha dichiarato inammissibile il ricorso avverso il decreto del Direttore Generale dell’Ufficio Scolastico Regionale per il Lazio del 3.1.2022 n. 9, e la deliberazione del Consiglio Provinciale di Viterbo n. 64 del 30.11.2021, pubblicata all’Albo pretorio dal 10.12.2021 al 25.12.2021, recante l’approvazione del Piano Provinciale di riorganizzazione della rete scolastica per l’A.S. 2022/2023, nella parte in cui si propone l’accorpamento della sede distaccata di Tuscania dell’I.I.S.S. Cardarelli di Tarquinia all’I.T.E. Paolo Savi di Viterbo

Oltre a rilevare la carenza di interesse dei ricorrenti, il Tar ha evidenziato come i provvedimenti impugnati non producano alcuna lesione in capo ai ricorrenti, in quanto l’accorpamento oggetto della presente controversia ha carattere formale e non anche sostanziale. “Infatti – rilevano i giudici amministrativi – né gli studenti né i genitori subirebbero alcun pregiudizio, atteso che nessuna delle attività didattiche o amministrative verrebbe spostata presso la sede dell’Istituto accorpante, ma esse continuerebbero ad essere erogate presso la consueta sede di Tuscania.”

Il Tar Lazio ha evidenziato come l’amministrazione abbia adeguatamente motivato sulle ragioni che hanno spinto all’accorpamento dell’ I.T.E Paolo Savi con il “Liceo Scientifico” di Tuscania, accogliendo la richiesta formulata dalla Provincia di Viterbo in merito alla necessità di salvaguardare l’autonomia dell’Istituto Savi, scuola storica di fondamentale importanza per l’offerta didattica territoriale che rischiava un imminente dimensionamento con conseguente perdita del dirigente scolastico titolare e di un direttore dei servizi generali e amministrativi (DSGA).

Il Tar ha pertanto riconosciuto come l’Amministrazione abbia operato “un corretto bilanciamento tra la necessaria salvaguardia dell’offerta didattica territoriale e gli interessi degli studenti e le famiglie di poter usufruire agevolmente dei servizi scolastici, derivandone, pertanto, la non irragionevolezza o illogicità del provvedimento adottato”.

 

Amministrazione provinciale di Viterbo

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