A rischio i murales allo stadio Liberati di Terni sugli esuli cileni opera di Antonio Arévalo

I murales della brigata Pablo Neruda allo stadio di Terni

La notizia non è di quella che passa inosservata. 50 anni fa il poeta, critico d’arte e curatore cileno Antonio Arévalo nato nel 1958 a Santiago del Cile,  costretto alla fuga in Italia appena sedicenne dopo il golpe di Pinochet, come molti suoi coetanei ed arriva in Italia. Ha vissuto a Roma un periodo d’oro per la cultura, negli anni in cui Renato Nicolini era Assessore alla cultura del Comune di Roma, (1976–1985). Nel 1975,con  i giovani esuli cileni della Brigata Pablo Neruda, ospitati a Terni  realizzarono quattro murales nello stadio Libero Liberati di Terni. Oggi quei murales – simbolo di memoria, solidarietà internazionale e accoglienza – rischiano di essere compromessi per la costruzione di un nuovo stadio. Ma i tifosi della Ternana ed associazioni umbre non ci stanno e fanno appello alla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria affinché vengano salvaguardati e mantenuti.

Arévalo vive da anni a Sipicciano il borgo della Tuscia Viterbese dove ha creato un il picco museo,  a detta dell’artista: una torre di epoca medievale, ristrutturata negli Cinquanta e utilizzata dall’Enel per portare la luce al paese, per poi essere abbandonata negli anni Settanta” Da qui è nata l’idea di dare vita a un luogo espositivo, un “Micro Museo della Tuscia”, con opere specificamente realizzate da artisti chiamati a fare qui un periodo di residenza di un mese, lavorando con il paese, con le scuole, con le associazioni locali”.

 Antonio Arévalo tra i più attivi sostenitori e promotori della creatività latinoamericana in Europa è stato nominato, è stato nominato dal Presidente della Repubblica Michelle Bachelet, rappresentante della cultura cilena in Italia.

 

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