Galiana era una donna bellissima e sfortunata, considerata un simbolo di Viterbo. Nel Museo Civico della città è custodito il sarcofago originale in marmo bianco che richiama alla sepoltura della donna. Una copia è apposta nel luogo di ubicazione iniziale esternamente alla chiesa di S.Angelo in Spatha in piazza del Comune a Viterbo. Il bassorilievo del sarcofago rappresenta la caccia al cinghiale, dove un leone lo sbrana e lo uccide. Una leggenda viterbese ci racconta che Galiana fu sacrificata. In quegli anni, a Viterbo, si erano rifugiati i Troiani, un popolo che aveva perso la sua casa. Si dice che siano stati proprio loro a fondare la città. Questo popolo, però, aveva una tradizione macabra: sacrificare esseri umani ogni giorno di Pasqua a mezzogiorno. Per farlo, utilizzavano una troia bianca o cinghialessa che era il loro simbolo. Le vittime di questi sacrifici venivano portate vicino al fiume Paradosso, e poi incatenate nude ad un masso. Un anno, toccò alla bella Galiana subire questo sacrificio. Ma le cose, fortunatamente, non andarono come previsto. Un leone, salvò la donna e uccise la cinghialessa, per poi scomparire. L’animale, sostituì l’unicorno nello stemma di Viterbo. Galiana era molto amata ed ambita, e molti volevano conoscerla. Si fece pure avanti un “nobile” romano, che arrivò a Viterbo per incontrarla ma la donna non si fece condizionare e rifiutò. L’uomo non si arrese e mise sotto assedio la città, che con grande forza resistette. Senza farsi intimidire dal popolo, chiese come ultimo stato di grazia di incontrare Galiana, che accettò e si rivelò fatale per la giovane donna. Morì trafitta alla gola, dopo essersi affacciata dalla torre di porta Faul. La freccia fu scoccata a tradimento per ordine del pretendente rifiutato, che non accettava il fatto che la donna non lo volesse sposare. Ci sono anche altre versioni su questa triste vicenda, ma la leggenda ribadisce che Galiana sia stata vittima di un femminicidio. La bellezza
la virtù, il sacrfucio di Galiana erano e sono ancor oggi l’orgoglio dei Viterbesi. Che val la pena ricordare tra mito e leggenda in una data memorabile che celebra la Giornata contro la violenza sulle Donne.
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sarcofago originale al Museo Civico Rossi Danielli di Viterbo. Autore:By Sailko – Own work, CC BY 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=75411179
L’autrice*
Alessia Elena Stefanelli, originaria della provincia di Latina, amante della musica, della storia e delle arti cinematografiche, è iscritta al corso di laurea triennale in Scienze dei Beni Culturali L-1 presso l’Università della Tuscia di Viterbo.


























