Due fine settimana in cui gli arcieri della Tuscia si sono esibiti e hanno fatto tirare con l’arco tanti curiosi alla Sagra, quella della castagna e del fungo porcino a San Martino al Cimino.
Ormai il tiro con l’arco è una disciplina sportiva che sta avendo sempre più seguito. Il giovanissimo Virgilio Mongelli ha preferito puntare a essere il nuovo Robin Hood invece di veleggiare con il suo papà, grande skipper, e lo scorso mese di settembre è salito sul podio nella categoria ricurvo tradizionale cadetti, ha soli tredici anni e si è avvicinato al tiro con l’arco da solo un anno fa disputando l’XI Campionato Italiano Individuale 2025, organizzato dagli Arcatores de Mevania nel campo a Bevagna, in Umbria.
Il tiro con l’arco, per cui serve assoluta concentrazione, come praticato dalla Compagnia arcieri della Tuscia affiliata a Fidasc si svolge all’aria aperta. Un incontro tra sport e natura, che spesso prevede momenti conviviali, come barbecue e merende. Una dimensione che prescinde dalle sigle e dagli stili e incide anche a migliorare molti aspetti della vita quotidiana.
Ne sa qualcosa Giulia Arcangeli, ingegnere nella vita, che è divenuta una arciera convinta…
Com’è iniziato tutto?
Per caso, come spesso capitano i colpi di fulmine. Accompagnavo mia figlia a esercitarsi e una volta ho provato, complice la mia innata curiosità. Ora non posso più farne a meno!
Ci sono corsi preparatori a cui ci si possa iscrivere per fasce d’età?
Dai 10 ai 90 anni, il tiro con l’arco è praticabile a tutte le età. Non è richiesto un particolare atletismo. La nostra Compagnia organizza e propone dei corsi con istruttori certificati dalla Federazione Fidasc che insegnano innanzitutto le norme di sicurezza e la corretta gestione dell’arco. Oltre al corso base poi si possono frequentare le sessioni di perfezionamento per migliorare la tecnica e potenziare le proprie capacità.
I tornei in quali gironi e aree geografiche si svolgono?
Il campionato italiano dura tutto l’anno solare e prevede gare che si svolgono la domenica, divise in diverse aree geografiche interregionali. Nord-est, nord-ovest, sud, Toscana e interregionale centro. Noi gareggiamo in questo campionato che comprende Lazio, Umbria, Marche e Abruzzo.
Come si compone il gruppo? Quali categorie ci sono?
Abbiamo sia archi cosiddetti tradizionali, generalmente in legno come gli storici, i ricurvi e i longbow che prevedono un tiro “istintivo”. E poi ci sono gli archi tecnologici in carbonio e alluminio come i compound e gli olimpici che possono avere mirini.
La componente femminile è dominante?
Abbiamo una componente femminile piuttosto nutrita e variegata. Il tiro con l’arco è autenticamente accessibile a tutte e tutti.
In quest’annata anche tu hai conquistato il podio?
Al campionato italiano mi sono piazzata al 4° posto nella categoria del ricurvo tradizionale, una grande soddisfazione.
Quando e quanto ti alleni?
Mediamente un giorno alla settimana in pieno inverno e 2-3 volte nella buona stagione. Di solito nel fine settimana. Ci alleniamo all’aperto e siamo quindi condizionati dalla durata della luce naturale.
In gara conta di più la concentrazione o la tecnica?
Una volta acquisita una buona tecnica, la concentrazione e l’autocontrollo possono fare la differenza. Il tiro con l’arco non è solo una disciplina sportiva è un incredibile esercizio di presenza mentale, respirazione, equilibrio e controllo delle propie emozioni. Quello che adoro di questo sport è il fatto che ti costringe a concentrare tutte le tue energie fisiche e mentali sul colpire il bersaglio e sul ripetere un gesto corretto e controllato. Questo occupa la tua mente e la libera da qualsiasi altro pensiero. Uno sport che giova profondamente a tutti i livelli.
Soddisfatta della stagione che hai vissuto?
Assolutamente sì.
Il programma territoriale prevede importanti appuntamenti?
Sono previste gare amichevoli, allenamenti condivisi e iniziative di promozione delle disciplina che ci vedono tutti coinvolti.
Cosa consiglieresti ai giovani che si vogliono avvicinare a questa disciplina?
Consiglio ai ragazzi di ritagliare un po’ di tempo per se stessi, di darsi una opportunità per praticare uno sport che ti riconcilia con lo scorrere del tempo a ritmi umani. Che ti insegna a gestire l’ansia e ti motiva a migliorarti. Quando provi e riprovi la sequenza di tiro, arriva un momento in cui sei in grado di ripeterla correttamente e ottieni le migliori soddisfazioni.
Il tiro con l’arco ha un agonismo fondato sul rispetto per l’avversario. La vera gara la fai solo con te stesso.
Uniti dalla passione per l’arco. Non si tratta solo di colpire un bersaglio. Si tratta di ascoltare il silenzio, di sentire il momento, di diventare un tutt’uno con l’arco e la freccia.
“Il tiro con l’arco non è uno sport, è un’arte”. (dal film “Confusi e felici”)



























