Cisl Viterbo e Kyanos insieme per contrastare la violenza di genere e promuovere la cultura del rispetto

uguaglianza

Sta facendo scalpore e suscitando scandalo la notizia della pagina Facebook “Mia Moglie”, che contava circa 32mila iscritti – quasi tutti uomini – e che è stata chiusa il 20 agosto in seguito a centinaia di segnalazioni. I membri del gruppo, infatti, pubblicavano sulla suddetta pagina le foto delle loro mogli e compagne, nella grande maggioranza ignare, ma anche di passanti, passeggere sui mezzi di trasporto, donne in costume al mare… Foto rubate di nascosto e poi date in pasto come “carne da macello” agli altri membri del gruppo, che le commentavano in maniera inqualificabile e vergognosa. Non più donne, moglie, madri, sorelle, ma oggetti, pezzi di carne da guardare come prede e commentare in maniera volgare e sessista.

E, come spesso accade in questi casi, si tratta di uomini comuni, perbene, padri di famiglia, professionisti, spesso con lavori che hanno a che fare con la protezione e l’educazione dei/delle più fragili come medici, docenti o appartenenti alle forze dell’ordine.
Non la chiusura del gruppo in realtà, ma il fatto stesso che sia esistito dal 2019 nel silenzio più assoluto, fa sorgere domande inquietanti sul fenomeno della violenza di genere. Perché stavolta non si parla dell’ennesimo caso di femminicidio (fenomeno ben lungi dal dirsi esaurito, e che nel 2025 da inizio anno sta contando almeno 60 femminicidi e 42 tentati femminicidi), ma di un tipo di violenza più subdola e strisciante, che ha a che fare con fenomeni culturali di matrice patriarcale come il revenge porn e l’oggettivazione e mercificazione del corpo femminile, con l’aggravante di essere concretamente realizzati dalle persone di cui più ci si dovrebbe fidare, ovvero i propri compagni di vita; chiediamoci chi abbiamo accanto, ma ancor più chiediamoci qual è lo sguardo di queste persone sul mondo femminile, sulle loro compagne, mogli e figlie.

C’è tanto da riflettere su cosa si nasconde dietro questi fenomeni, e la Cisl come organizzazione sindacale non può e non vuole tirarsi indietro.
Se vogliamo che questi vili e spregevoli atti non accadano più, se vogliamo che ci sia un reale e concreto cambiamento della società, dobbiamo portare avanti una seria e reale opera di profonda trasformazione culturale che parta dalle famiglie, passi per il sistema educativo scolastico e si propaghi fino al mondo del lavoro, dove la violenza di genere si declina tramite abusi come il gender pay gap, il soffitto di cristallo o la discriminazione in sede di assunzione.

La Cisl di Viterbo ritiene fondamentale dare il suo contributo, partecipando a iniziative, momenti di formazione e sensibilizzazione, accompagnando le donne e le lavoratrici che hanno subìto violenza o discriminazione lungo percorsi di sostegno al fianco delle realtà che operano sul territorio; ed è per questo che abbiamo siglato un partenariato con l’Associazione di Promozione Sociale Kyanos. Vogliamo collaborare al rafforzamento della rete territoriale e ai tavoli di co-progettazione per partecipare attivamente al contrasto alla violenza di genere, e a favore della promozione di una cultura del rispetto che si possa riverberare in luoghi di lavoro sicuri e inclusivi.
Sarà un viaggio lungo da percorrere, ma con l’aiuto di tutti/e e senza lasciare nessuno indietro possiamo farcela.

 

Elisa Durantini
Segretaria Generale Cisl Viterbo

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