Tuscia e i borghi del silenzio. Pianiano 14 abitanti

Pianiano

Il borgo di Pianiano presenta le particolarità della tipica fortezza etrusca arroccata su una rupe con fossi sottostanti, racchiuso entro le mura castellane. Fu un feudo degli Orsini di Pitigliano che in ogni luogo della Tuscia hanno lasciato la loro impronta. Visitarlo il primo giorno dell’anno 2025 a passo lento tra natura e storia gli rende maggiore fascino.

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Le leggende raccontano della monumentale tomba di una principessa Rasenna persa sotto i suoi tufi. Il toponimo Plandianum si fa risalire al latino Planium Dianae, consacrazione forse alla dea della caccia e dei boschi. Effettivamente, nonostante oggi Pianiano sia la porta sud della Maremma, fu un territorio silvano (da selva, bosco)  fino all’epoca moderna. Pianiano fu abbandonata sul finire del XVII secolo per la malaria che lo infestava, portata dagli acquitrini sfuggiti di mano allo sfruttamento degli incolti di epoca medievale. Nel 1729 il Borgo e le sue terre furono annesse alla Comunità di Cellere. Il borgo  tornò a essere abitato da una colonia di oltre 200 rifugiati cristiani provenienti dall’Albania ottomana, cui papa Benedetto XIV nel 1754 ne assegnò il feudo. Provenivano dalla città e dalla provincia di Scutari (Skodra) e alcune famiglie dall’attuale Montenegro, allora territorio turco-albanese. Al loro insediamento trovarono il borgo completamente in rovina e sommerso dalla vegetazione delle boscaglie attorno. Nel giro di pochi anni lo ristrutturarono ed iniziarono a disboscare i terreni dell’antico feudo, avviando quel processo di trasformazione del paesaggio -da boscoso ad agricolo- che terminò negli anni ’50 del Novecento con le opere di bonifica ed assegnazione di terre dell’Ente Maremma. Nell’epoca d’oro del brigantaggio, Pianiano vide dare i natali al leggendario brigante Domenico Tiburzi, che con i suoi vent’anni di latitanza nelle macchie castrensi si meritò l’appellativo di “Re del Lamone”. Esiste oggi a buona memoria  il Museo del Brigantaggio nel comune di Cellere  che racconta le vicende del brigantaggio maremmano in una prospettiva antropologica.

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Abitato da appena quattordici abitanti, lontano da mete note, ma non per questo meno suggestivo, questo luogo regala ciò a cui di questi tempi tutti aneliamo, il distacco, seppur momentaneo, da frenesia e stress.  Piccoli microcosmi, per lo più di impronta medievale che, nella loro semplicità, garantiscono buon vivere insieme a un’offerta storico-culturale mirata ma preziosa. Un promotore di eventi ne vivacizza alcuni momenti dell’anno, Musa di Pianiano è sorta sette anni or sono per promuovere il borgo di Pianiano e le risorse che sono presenti sul territorio attraverso la cultura, l’arte, l’artigianato artistico e i prodotti tipici del territorio. Una manifestazione che nasce dal desiderio di promuovere cultura mediante un programma musicale che riflette la predilezione degli italiani per l’opera lirica, per la musica da camera, il jazz per sconfinare anche nella musica popolare, blues e rock. Completano l’offerta artistica spettacoli teatrali nella scenografia naturale che offre il Borgo senza alcuna necessità di apporti scenici. Fino ad alcuni anni fa veniva programmata una esposizione floreale. Un luogo che ben si presterebbe per dipingere il paesaggio dal vero.En plein air. Tanti cavalletti con artisti emergenti eppoi magari una mostra.

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Info e Prenotazioni: Tiziana: 333 4227151 – Francesca: 328 9195232 – Tahir: 348 3557965 – e-mail: musapianiano@gmail.com

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Foto Loredana Middione

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