Il weekend di Bomarzo inizia nel cuore della natura a ritmo di musica. Venerdì 28 giugno, la suggestiva cornice della Riserva naturale provinciale Monte Casoli di Bomarzo ospita l’evento “Parchi in musica”. L’iniziativa, organizzata con il contributo della Regione Lazio, in collaborazione con la Provincia di Viterbo e il Comune di Bomarzo, mira a valorizzare il patrimonio naturale e culturale del territorio, offrendo momenti di arte e musica immersi nella bellezza dei parchi, con ingresso gratuito.
Il programma – La chiesa di Santa Maria ospiterà due performance, a partire dalle ore 18, con l’esplorazione del movimento e delle emozioni attraverso il dialogo corporeo delle danzatrici Danila Gambettola e Diletta Bindi. Le due giovani performer si esibiranno in “Così, tipo… un pas de deux”, che raccontano come “un disincontro, un’entrata, un’alleanza in adagio, in cui desiderio e affetti articolano le azioni”. Alle 18:45, seguirà l’eleganza sonora del Trio Vertu. Composto da Elisa Ciavola al violino, Nina Taddei al flauto dolce e Fabio Marconetti al clavicembalo, il gruppo musicale proporrà un repertorio di musica barocca con brani di Matteis, De La Guerre, Corelli, Senaillé, Kapsberger e Bach.
Diletta Bindi e Danila Gambettola: chi sono – Diletta Bindi è danzatrice e coreografa soprattutto attiva in Portogallo, dove ha lavorato con Tiago Rodrigues, Victor Hugo Pontes, Mafalda Deville, Anna Figueira, Amélia Bentes e Romeo Castellucci. Attualmente vive tra Roma e Lisbona, è in tournée per due delle produzioni della compagnia Cim/VoArte. Danila Gambettola è danzatrice, performer e ricercatrice. Vive a Venezia, dove ha lavorato come performer per “The Soul Expanding Ocean #2: Isabel Lewis a Ocean Space”, per “Encyclopedia of Relations” di Alexandra Pirici alla Biennale Arte 2022 e per la mostra “Bruce Nauman, Contrapposto studies” a Punta della Dogana. Si è laureata in Teatro e Arti Performative allo Iuav di Venezia, dove è collaboratrice alla didattica.
Così, tipo… un pas de deux: l’intervista alle artiste
Come definireste questa performance? “Il lavoro che presenteremo assieme è nuovo ed è una co-creazione, questo di Bomarzo è il primo esperimento. Può essere raccontato come un disincontro, un’entrata, un’alleanza in adagio, in cui desiderio e affetti articolano le azioni. L’idea è quella di esplorare le zone di contatto tra la distanza e la vicinanza, di due corpi con un approccio al movimento differente. Vedere cosa accade”.
Come nasce la vostra collaborazione? Da dove nasce l’idea di questa performance? Siamo amiche da molto, abbiamo condiviso pezzi di vita importanti, tra cui la convivenza nelle due città che amiamo, Roma e Lisbona. È da diverso tempo che pensiamo di fare qualcosa assieme, pur essendo così vicine non abbiamo mai collaborato prima d’ora per un progetto tutto nostro. Siamo sempre occupate con il lavoro, abbiamo vite nomadi. Quando si è presentata l’occasione di questo evento, ci è sembrato il momento giusto per concretizzare l’idea”.
Dal vostro punto di vista di performer, qual è il rapporto attuale fra esseri umani e il loro corpo? Fra essere umani e desiderio? “È difficile rispondere univocamente a questa domanda. Siamo una complessità davvero eterogenea e sempre in trasformazione. Noi, ad esempio, in questo caso e per questa collaborazione, stiamo articolando il nostro desiderio attraverso gli affetti che ci legano, della nostra relazione, portandoli dentro il lavoro che faremo assieme”.
Qual è il destinatario di questa performance? A chi vi rivolgete? A tutte e tutti.
























