Amarcord/Nel 1961 il presidente della Pro Loco di Montefiascone portò Mina al veglione al Moderno

a cura di Luciano Costantini*

Mina

Nel 1961 Mina, all’anagrafe Mina Anna Maria Mazzini, poco più che ventenne da Busto Arsizio, è già cantante affermata ed effervescente come le sue famose “Blu, le mille blu”. Ed è, ovviamente, richiestissima. Il commissario della Pro Loco di Montefiascone, Dante Vanni, riesce a scritturarla per una serata al cinema Moderno, però Mina, stressata e stanca per i carichi di lavoro che ancora non riesce a gestire al meglio, diserta il concerto. Ma soltanto di 24 ore perché l’irriducibile dottor Vanni riesce nell’impresa anche se con ritardo di portarla nella cittadina falisca. Ne fa quasi un punto di onore. Per Mina è un bagno di folla prima di presentarsi in sala dove delizierà il pubblico con la sua voce e i suoi primi, indimenticabili, successi. Il Messaggero del primo e due febbraio riporta la cronaca di quelle due giornate, anzi serate, roventi.

 

L’articolo de Il Messaggero del 1 febbraio 1961

“Dante Vanni, il commissario della Pro Loco di Montefiascone, ha vinto: Mina interverrà stasera al veglione del cinema teatro Moderno. La giovane e popolare cantante giungerà a Montefiascone alle 20,30 accompagnata dalla madre, signora Gina Mazzini e dal suo procuratore, sig. Gigante. L’impegno è stato confermato ieri sera da Mina stessa al sig. Vanni nel corso di un colloquio avuto nell’appartamento che la cantante con la madre occupa all’Hotel Moderno. Mina, che parlava con un filo di voce, appariva stanchissima. Era arrivata in nottata in aereo da Milano, dove si era recata sabato sera dopo essersi rifiutata di partire per Montefiascone, e per tutto il giorno non aveva fatto che dormire. Ma il sonno non sembrava che le avesse giovato un granché. Appena ha visto il sig. Vanni ha detto subito che aveva dimenticato quanto sabato sera era avvenuto tra lei e il commissario della “Pro Montefiascone” e che era dispostissima a recarsi l’indomani nella cittadina falisca. Si è informata sulla capienza del locale nel quale avrebbe dovuto cantare ed ha voluto sempre sapere se questo era provvisto di un impianto stereofonico. Poiché il cinema Moderno dispone di un normale microfono, la cantante si è rivolta al suo procuratore, Gigante, dicendogli di provvedere ad inviare sul posto “l’omino dell’eco”. Subito dopo si è informata su quello che a Montefiascone doveva fare: “Dovrò cantare da morire”, ha detto con aria preoccupata. Il signor Vanni si è affrettato a rassicurarla dicendole che avrebbe cantato le canzoni che avesse voluto. L’importante, per lui, era che lei venisse a Montefiascone. “Ci conti – lo ha tranquillizzato Mina accennando ad un pallido sorriso – domani sera sarò tra i miei amici di Montefiascone”. Si indovinava, nel comportamento remissivo della vulcanica cantante, la mano di Gigante che, mortificatissimo per quanto era avvenuto sabato sera a Roma allorché il sig. Vanni con la sua “Giulietta” aveva bloccato all’americana il taxi di Mina, aveva trascorso gli ultimi due giorni a “catechizzare” la giovane. Mina è una ragazza strana, dalle reazioni imprevedibili. Il suo procuratore giura che è timida come una scolaretta, ma se questo è vero vuol dire che Mina sa nascondere a meraviglia la sua timidezza. Sua madre, mentre nella hall dell’albergo attendevano che Mina si destasse, ha raccontato alcuni episodi piuttosto significativi, al riguardo e che finiscono con il confermare le nostre impressioni. A Mina, inoltre, le persone “importanti” non interessano e odia tutto quanto ha sapore di cerimonia ufficiale. Ed è stato evidente il suo sollievo quando le è stato assicurato che a Montefiascone non ci sarebbe stato nulla di ufficiale. Le abbiamo domandato perché sabato si era rifiutata di venire a Montefiascone, malgrado l’impegno preso dal suo procuratore almeno quindici giorni prima. “Ero stanca, sfinita, esaurita. Non ne potevo più”. Mina, in questi ultimi tempi si è sottoposta a un tour de force eccezionale. Dopo Sanremo ha intrapreso con Arturo Testa per partner la lavorazione di un film – “Mina, fuori la guardia” – negli studi della De Paolis. Negli ultimi giorni ha girato anche per dieci ore consecutive ed è logico che alla fine il sistema nervoso debba risentirne. Mina guardava già da una settimana alla giornata di sabato – che sapeva libera da ogni impegno – come ad un’oasi da raggiungere a qualunque costo. All’insaputa della madre il procuratore aveva preso degli impegni personali a Milano per la mattinata di domenica. Alla cantante infatti il procuratore e la signora Mazzini – con i quali soltanto il signor Vanni aveva avuto contatti per gli accordi preliminari – sino a venerdì sera non avevano detto nulla dell’impegno che per suo conto avevano assunto a Montefiascone. E’ facile immaginare quindi come Mina abbia reagito quando ha improvvisamente appreso che tutto il suo bel programmato andava all’aria. E’ stata colta da una crisi di nervi che ha finito con il prostrarla del tutto e si è rifiutata categoricamente di partire per Montefiascone. “Ero certa che se fossi comparsa in pubblico, sarei scoppiata a piangere”, ha concluso Mina, “ma ora mi sento meglio, molto meglio”. “Mina ha paura del pubblico – ha chiarito ancora il procuratore Gigante – soprattutto dopo quanto è successo a Sanremo. Sono stati cattivi con lei, le hanno fatto delle critiche che non merita. E’ quindi incomprensibile dato anche lo stato di sfinimento in cui versa, che in un primo tempo non abbia accolto con entusiasmo l’idea di affrontare il pubblico di Montefiascone”. Comunque ormai Mina è decisa a venire a Montefiascone e Dante Vanni, che in questi giorni non ha chiuso occhio, può finalmente trare un sospirone di sollievo. Coloro che sabato sera hanno parlato di “bluff”, di colossale “bidone” ai danni di centinaia di persone dovranno ora ricredersi. Mina non è venuta a Montefiascone sabato scorso per un disgraziato malinteso e perché le sue condizioni generali non glielo permettevano. Tutto forse si sarebbe anche potuto evitare se il sig. Gigante o la signora Mazzini avessero informato prima la ragazza dell’impegno che per lei avevano assunto con il commissario della “Pro-Montefiascone”. “Ma le pare – ci ha detto il signor Vanni – che si possa essere tanto sciocchi da sbandierare ai quattro venti il nome di una cantante come Mina sapendo che non verrà? E tutte le spese che ho fatto? Ho persino noleggiato un aereo privato per gettare su tutto il territorio della provincia migliaia di volantini…Ma adesso la gente dovrà credermi: domani sera, alle 19,30, andrò a prendere Mina a Roma. Verremo giù con due vetture. Sulla Simca di Gigante prenderanno posto Mina e la madre, ed io accompagnerò con la Giulietta il maestro De Vita che giungerà appositamente e per la seconda volta da Milano”. E’ evidente però che almeno una parte, dei suoi concittadini non gli crede. Alcuni suoi anonimi avversari, infatti, gli hanno fatto trovare ieri mattina all’ingresso del suo locale, degli striscioni applicati sul programma in cui si parla di Mina. Uno di questi recava la dicitura “Ultimo giorno” e l’altro “Solo per oggi”.
>Mina è giunta a Montefiascone accolta da una folla strabocchevole che, incurante della temperatura notevolmente rigida, l’ha attesa assiepata sulla piazza della Rocca per oltre due ore. Tanto entusiasmo e tanta animazione non si registravano qui, nella simpatica cittadina falisca, dal tempo di “Campanile sera”. Questa sera veramente si poteva dire che nessuno era rimasto a casa e tutta una maggioranza privilegiata, delle vetrate dei bar e degli altri locali pubblici, la più parte accalcata nelle piazze, ha salutato l’arrivo della giovane popolare cantante. Alle 20,30 qualcuno aveva sparso la voce che Mina era partita da Roma alle 20,03 diretta a Montefiascone. Quindi a partire dalle 21 ogni automobile veniva letteralmente presa d’assalto dalla folla. Ad un tratto un’Alfa Romeo Giulietta è stata addirittura scortata dai Carabinieri fino all’ingresso dell’albergo Risorgimento nel cui salone era stata preparata una cena in onore della giovane e popolare cantante. Ma grande è stata la delusione della folla e più ancora dei Carabinieri quando dalle vettura sono discesi due giovani dall’aria divertita. Finalmente però Mina è giunta con otre un’ora di ritardo sul previsto, in quanto la  partenza da Roma era avvenuta poco dopo le ore 20,30. Mina, che indossava una soffice pelliccia color visone sopra un abito di raso nero con guarnizioni di volpi bianche, era accompagnata dal suo procuratore signor Gigante e dal maestro De Vita, un giovane zazzeruto e dall’aria disincantata, nonché dal commissario della Pro-Montefiascone, signor Dante Vanni. La mamma della cantante, signora Gina Mazzini, aveva preferito restarsene a casa. La vettura di Mina, una Simca bicolore, è stata presa d’assalto e sommersa dalla folla. La giovane cantante, che ha mostrato di gradire l’entusiasmo degli abitanti di Montefiascone, si è fatta largo a fatica tra un cordone di Carabinieri e una marea di gente. Salutando con le mani, Mina ha superato i pochi metri che la separavano dall’ingresso dell’albergo e la folla le si è lanciata dietro frantumando una vetrina, tra lo sbigottimento del proprietario che, preoccupatissimo, logicamente si è affrettato a far abbassare le serrande onde evitare….guai peggiori. Una volta al sicuro nel salone, dove erano ad attendere numerosissime persone, Mina è salita per qualche minuto al piano superiore per discendere quasi subito e consumare una leggera cena. La folla ha atteso pazientemente sulla piazza per vedere ancora una volta Mina quando sarebbe uscita per recarsi al teatro Moderno. In questa occasione si sono ripetute le scene di poco prima, la macchina di Mina è giunta dinanzi al teatro a passo d’uomo preceduta da gruppetti di Carabinieri e seguita dalla folla. Finalmente Mina ha cantato. Altra folla agghindata negli abiti da sera attendeva la cantante in sala, ma il suo pubblico, il suo vero pubblico, quello che più le vuole bene, è rimasto fuori. Intanto l’interno della sala si era gremito di folla. Dal palcoscenico Mina si è scusata per il mancato appuntamento di sabato ed il pubblico con un calorosissimo applauso le ha detto di averla capita e perdonata. Poi è cominciata la girandola delle canzoni: “Personalità”, “Folle banderuola”, “Nessuno al mondo”, “Serafino suona la campana”, “Come sinfonia”, “Alle cinque della sera” (una canzone sconosciuta al festival di San Remo cui Mina tiene in modo particolare); e ancora “La notte”, “Cielo in una stanza”, “Le mille bolle blu”, “Due note”, e altre.”

 

Luciano Costantini

*Luciano Costantini, giornalista professionista, ha lavorato in qualità di vice capo servizio presso la redazione centrale de Il Messaggero, occupandosi di sindacato ed economia. Rientrato a Viterbo, firma in qualità di direttore editoriale la testata TusciaUp. La sua grande passione per la storia è raccolta in tre libri: Il giorno che accecai il Duce, Fuori le donne dal palazzo dei Priori, l’ultimo pubblicato“O Dio con Noi o tutti in cenere”, tutti editi da Sette Città.  Echi di cronaca del secondo dopoguerra è la rubrica periodica su questa testata, in cui racconta aneddoti e fatti di quel periodo storico riportati proprio dal quotidiano romano in cui ha vissuto il suo cammino professionale.

Documentazione tratta dalla ricerca d’archivio presso la Biblioteca di Viterbo.

 

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