
Allo Spazio Corsaro di Chia proiezione de “Lo Specchio” di Andrej Tarkovskij
Venerdì 12 maggio, alle ore 21.15, lo Spazio Corsaro, in via Ripetta 20, a Chia, propone la visione de “Lo Specchio” (“Зе́ркало”, traslitterato: Zerkalo), film del 1974 di Andrej Tarkovskij, nell’ambito della rassegna “Andrej Tarkovskij, Scultore del Tempo”.
Lo specchio di Tarkovskij è uno dei film più interessanti e allo stesso tempo enigmatici del regista.
Un film autobiografico, dove il protagonista, che pare quasi essere Tarkovskij stesso, si ritrova nella condizione ad un certo punto di dover fare una sorta di bilancio della propria vita. Insomma un uomo di quarant’anni che cerca di capire il senso della propria esistenza attraverso la memoria di ciò che è stato.
Il film può essere diviso in tre momenti. Il primo è permeato sui ricordi d’infanzia; il secondo vede la rappresentazione degli avvenimenti storici, a detta del regista ”vissuti e compresi”; e il terzo momento invece vuole un po’ tirare le somme dell’unione dei primi due e darne un’analisi più filosofica e matura di ciò che è stato.
Il protagonista de Lo Specchio, Aleksej, si ritrova nel proprio letto, a dover combattere con un male misterioso, di cui gli stessi medici non riescono a dare una chiara identificazione. Questa condizione gli dà la possibilità di fermarsi e riflettere, riprendendo dalla propria memoria tutti gli elementi utili per farlo.
Così, si apre Lo Specchio di Tarkovskij: una sorta di ricerca dai tratti proustiani di una memoria che vive nel profondo del protagonista e che a suo modo riemerge da un abisso incerto e nebuloso. A suo modo perché, come spesso accade quando si cerca di ricordare un qualche cosa di remoto e ormai nascosto dall’incessante andare del tempo, risale in superficie soltanto una serie di episodi, talvolta reali, talvolta mai accaduti, ma dati per vero, in una loro fisionomia oscura e sfumata.
E in questo gioco, la realtà sfuma in una sua dimensione onirica, quasi mitica, tessendo l’intreccio di una storia passata che in parte si è verificata e in parte no. Ma ciò che più rimane, ciò che è più vero nel ricordo, non è tanto il fatto in sé, quanto il sentimento provato in quel momento. E allora la fisicità e il realismo del ricordo perdono valore, vengono marginalizzate, per dare spazio alle sensazioni, alle emozioni, che forse sono ciò che davvero il passare del tempo, con le sue esperienze, ci vuole dare.
In questo modo si può, nella fumosità di un sentimento e nella sua essenza enigmatica, comprendere il senso dell’esistenza.
A cura di Spazio Corsaro, MovieMents/EscherStudioMultimedia


















