Metti un caffè in un pomeriggio di sabato, che non è un sabato qualunque. Perché arriva a poche ore di distanza dall’approvazione del bilancio di previsione 2023. E con un risultato che, ad altre latitudini e in altri tempi, si sarebbe definito bulgaro: 59 emendamenti presentati, soltanto 4 accolti come raccomandazione o ritirati. Inizialmente doveva essere una conferenza: Viterbo, sala del Consiglio di Palazzo dei Priori, con tanto di assessori e consiglieri. Nel primo pomeriggio si trasforma in un semplice caffè, in tazzine di plastica, consumato nell’ufficio della sindaca Chiara Frontini . Niente squadra al completo, ma un vis a vis durante il quale sono ribaditi i capisaldi della manovra finanziaria: 156 milioni impegnati su strade, scuole, cultura, decoro, sicurezza. Soprattutto però su ambiente ed educazione. “Il centro storico? Ormai è acclarata una cosa: solo se riparte il centro storico, riparte la città”. Stanno arrivando tanti soldi, una grossa fetta proveniente dal Pnrr, che Viterbo sta spendendo in modo virtuoso: “Ne abbiamo già impegnati il 60%, rispetto al 16% della media nazionale. Stiamo diventando esempio di buona politica a livello di Paese”, sottolinea la sindaca. Che però preferisce parlare di “Rivoluzione gentile”, che l’amministrazione ha posto come suo obiettivo primario fin dalla sua nascita. “E si basa su tre pilastri – spiega – l’indipendenza rispetto a schemi e personaggi che hanno costellato il firmamento della vecchia politica; il metodo di governare attraverso la consultazione con la gente; la competenza per la quale sono state scelte professionalità specifiche e non portatrici di interessi settoriali. Insiste, sulla sua “Rivoluzione gentile”: “Siamo arrivati al varo del bilancio senza le critiche, gli arroccamenti, i litigi, i ricatti che hanno sempre contraddistinto le amministrazioni precedenti. Anche perché avevamo avuto modo di conoscere per tempo gli emendamenti e quindi abbiamo potuto affrontarli con la giusta serietà e la necessaria coesione di maggioranza. Ho potuto respirare un clima, mai respirato prima. E sono al mio decimo bilancio, compreso quest’ultimo, che per me è il primo da sindaca. Nella circostanza tutti hanno rinunciato a qualcosa e ottenuto qualcosa. Ed è un fatto enorme. Il patto civico firmato con i viterbesi 9 mesi fa, sta dando i frutti sperati”. E se le chiedi il perché e il come di questo cambiamento genetico, risponde senza esitazione alcuna: “La città era satura di certe dinamiche, chiedeva un’alternativa seria e credibile, persone diverse che la realizzassero. Sono certa che abbiamo cominciato a farlo, andremo avanti, magari anche con il prossimo mandato”.
Frontini, bilancio di previsione approvato applicando la “rivoluzione gentile”
di Luciano Costantini



























