Avventure in famiglia. Call center: ecco il rimedio anti rottura dei cabbasisi

di Arnaldo Sassi

Avventure in famiglia

Sdraiato sul divano del salotto, con la tv accesa a basso volume, Antonio si stava gustando la controra con la solita pennichella pomeridiana, dopo aver ingurgitato un’amatriciana cucinata amorevolmente dalla sua Barbara. Ma il sonno fu improvvisamene interrotto dalla musichetta dello smartphone che annunciava una chiamata da un numero sconosciuto.

“E mo chi ad’è a quest’ora?” sbuffò l’uomo con voce roca, cercando disperatamente il telefonino poggiato sul tavolinetto.

“Buon giorno, lei è il signor Antonio?” squittì una voce femminile suadente dall’altra parte.

“Sì, so’ io. Ma chi parla?”.

“Sono Dalina e chiamo da Albania. La contatto perché ho visto che lei per energia elettrica paga tariffa molto alta”.

”Ah sì?” replicò Antonio con voce ancora insonnolita.

“Sì, ma io sono qui per aiutare lei. Noi abbiamo offerta molto conveniente, che farà risparmiare lei tanti soldi”.

A quel punto Antonio ebbe uno scatto. Si alzò dalla posizione supina, si mise seduto sul divano, afferrò con mano ferma lo smartphone e rispose con voce stentorea: “Senta signorì, lei me deve da spiegà du’ cose: primo, come fa a avecce ‘r mi’ nummero de telefono, secondo come fa a sapé quanto pago de luce. Ma che la privacy l’avemo mannata a puttane?”.

La ragazza però, senza scoraggiarsi troppo, insistette imperterrita: “Ma io sto offrendo lei tariffa molto, molto buona…”.

“Se la tenga la su’ tariffa – rispose Antonio alzandosi in piedi, con la vena giugulare che cominciava a gonfiarsi – perché io me tengo la mia. E se volessi cambià, so’ io a decide quanno e con chi. E visto che me sta a chiamà dall’Albania a quer paese nun ce deve nemmeno annà. Ce resti”. Poi riattaccò.

Barbara, che aveva udito il tono di voce alterato ma non aveva capito il senso di quella conversazione, arrivò di corsa dalla cucina. “Antò, e c’ad’è successo che strilli come ‘n’aquila?”.

“E’ successo – rispose Antonio – che questi, come dice Montalbano, hanno rotto li cabbasisi. Io stavo tanto bene a fa’ la pennica e m’hanno svejato pe’ la solita storia de la corente. Co’ ‘sti call center proprio nun se ne pò più”.

“C’hai raggione Antò – replicò Barbara con tono di voce comprensiva – ma questi so’ li mali der terzo millennio. Te telefonano pe’ offritte de tutto e de più e ‘r più delle vorte c’è puro la fregatura dietro”.

“Ma nun c’è un sistema pe’ difennese?” chiese Antonio.

Barbara fece la faccia furbetta: “Fino a ieri proprio no. Ma mo sembra che ‘r probblema sia risolto. Dar 27 lujio ‘nfatti…”.

“A Ba’, voi dì da ieri. Oggi ad’è 28” la corresse Antonio.

“Ecco appunto” riprese Barbara. “Da ieri se pò fa’. Perché finarmente ‘r registro de le opposizzioni funziona puro pe’ li telefoni cellulari. E se tu te iscrivi nessuno te pò più rompe li zebedei”.

“E come se fa?” chiese subito Antonio.

“Basta annà sur sito de le opposizzioni – replicò Barbara – e te spiegheno tutto. Ad’è facile. Ce poi riuscì puro tu”.

“Allora lo fo subbito” disse Antonio con voce soddisfatta. “Ma dici che funzionerà?”.

“Questo nun ce lo so…” fu la risposta della donna.

“Sennò toccherà da trovà ‘n’antra soluzzione” commentò l’uomo.

“Che famo li turni” rispose Barbara.

L’uomo ci pensò un attimo. Poi disse: “Allora, quanno io sto a fa’ la pennica li telefoni li porti tutti in cucina e arisponni tu, così io posso continuà a dormì”.

“E quanno te sveij?” replicò Barbara.

“Quanno me sveijo, io vo in giardino…” sentenziò Antonio.

Barbara non rispose più. Aveva capito l’antifona. E pure il resto.

 

Sinossi

“Avventure in città” era uno storico appuntamento quotidiano della Cronaca di Roma del Messaggero del secolo scorso, scritto da Giancarlo Del Re, giornalista del quotidiano romano, ma anche scrittore, umorista, sceneggiatore, paroliere e creatore di serie televisive.

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Arnaldo Sassi, che con Del Re ha lavorato durante la sua permanenza romana dal 1979 al 1991, ha voluto riprendere a modo suo questa rubrica per rendere omaggio all’amico e collega e per rinverdire il ricordo di una delle più seguite rassegne giornalistiche pubblicate all’epoca dal Messaggero.

 

 

La vignetta è realizzata da Francesca Maurizi di Arte in Bottega.

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