Il progetto geotermico di Castel Giorgio è stato approvato nella riunione del Consiglio dei Ministri

Da Vittorio Fagioli, portavoce Rete Nazionale NOGESI, riceviamo e pubblichiamo:

Il pericoloso progetto geotermico di Castel Giorgio è stato approvato ieri, 31 luglio 2019, nella riunione del Consiglio dei Ministri.

DELIBERAZIONI AMMINISTRATIVE
Il Consiglio dei ministri, ai sensi dell’articolo 14-quater della legge 7 agosto 1990, n. 241, udito l’assessore Antonio Bartolini in rappresentanza della Regione Umbria, ha deliberato di superare la mancata intesa della Regione e, conseguentemente, di consentire la prosecuzione del procedimento di realizzazione dell’impianto pilota denominato “Castel Giorgio” per ricerca di risorse geotermiche sito nel Comune di Castel Giorgio (TR), proposto da ITW LKW Geotermia Italia S.p.a.

Abbiamo lottato fino all’ultimo secondo perché questo non avvenisse, attraverso pressioni politiche di ogni genere, comunicati, ricorsi, il coinvolgimento positivo di tutti i comuni di una vasta area, di quasi tutte le forze politiche, sia a livello locale che regionale che nazionale. Fino al parlamento europeo. E siamo comunque riusciti a ritardare di anni l’avvio del progetto locale.
Ma nonostante questo sforzo a tutto campo durato oltre sette anni non abbiamo potuto evitare la nefasta decisione del 31 luglio, che favorisce una potente lobby di affari con puri interessi speculativi.
Una decisione indifferente alla salute dei cittadini ed alla salubrità dell’aria, delle acque e del territorio di un’area così bella e importante come l’Alfina. Indifferente a questo meraviglioso paesaggio, indifferente alla sua vocazione economica agricola, artigianale e turistica. Indifferente ai seri rischi di terremoti e di inquinamento. Indifferente ad una cittadinanza del tutto contraria.
Abbiamo ricevuto continue minacce, intimidazioni e pressioni di tutti i tipi. Oltre 2800 i documenti da noi scritti per ottenere giustizia e considerazione in questi anni, inviati a ministeri, giudici, forze politiche istituzioni locali, regionali, nazionali ed internazionali. Decine e decine di riunioni e di incontri in Parlamento, al Senato, alla regione Umbria e Lazio, nelle istituzioni provinciali e comunali, migliaia di email, lettere, accessi agli atti, telefonate…
Positivo il coinvolgimento attivo di una quarantina di sindaci, con un particolare ruolo di difesa dei cittadini e del territorio da parte del sindaco di Castel Giorgio e di tutte le sue forze politiche, che con noi hanno lottato in ogni modo.
Ma abbiamo tuttavia sempre riscontrato che, oltre un certo livello istituzionale, quando si arrivava ai governi, sia nazionale che regionali di Umbria e di Lazio, le promesse di tutte le forze politiche ed anche gli sforzi genuini in nostro favore di tanti sindaci, consiglieri regionali, deputati, senatori e deputati nazionali ed europei venivano infine costantemente ostacolati, raggirati, imbrogliati…
Sempre, quale che fosse il governo in carica, quale che fosse la maggioranza al governo. In una ragnatela di manipolazioni fatte apposta per spegnere e respingere gli interessi sacrosanti delle popolazioni e favorire la lobby speculativa che promuoveva l’impianto.
Il progetto è stato sostenuto e promosso dai governi precedenti, ed è stato infine approvato proprio dal cosiddetto “governo del cambiamento”. Dopo che consiglieri regionali, deputati e senatori 5 Stelle e Lega si erano battuti con noi con forza e determinazione, una volta arrivati al governo i loro ministri incredibilmente hanno comunque approvato il progetto.
Nonostante avessimo fornito – noi e le amministrazioni comunali fino all’ultimo giorno – valanghe di prove documentali delle illegalità, dei conflitti di interesse, degli imbrogli compiuti per far passare come innocuo e positivo un impianto pieno di comprovati di rischi per tutti.
Una vera vergogna.
Da chi sono stati traditi i cittadini e i territori della Tuscia?
Da decine di funzionari ministeriali, regionali, burocrati infedeli all’interesse dello Stato e dei cittadini e chiaramente impropriamente catturati nella rete di interessi della lobby speculativa.
Da una Giunta Regionale e da presidenti della Regione Umbria – soprattutto gli ultimi due, Marini ed ora Paparelli che, nonostante il Consiglio regionale si fosse espresso contro l’impianto e a favore dei territori, sono riusciti a dare alla Presidenza del Consiglio un no all’impianto talmente debole e tiepido, da non essere preso in considerazione. Nonostante li avessimo in tutti i modi avvertiti.
E poi ministri e sottosegretari di questo governo e di quelli precedenti che non hanno mai dato ascolto agli autorevoli studi tecnici sfavorevoli all’impianto ed alle prove di illecito, di conflitto di interesse, di falso da noi e dalle amministrazioni locali fornite negli anni, fino all’ultimo giorno.
Non importava a che maggioranza politica appartenessero. Al momento di decidere si sono sempre comportati tutti in modo marchiano favorevole alla lobby di affari che guadagnerà una cifra spropositata di soldi pubblici da un piccolo ma pericoloso impianto. Ed hanno infine sempre agito in senso sfavorevole ai cittadini e al territorio, alla loro salute ai loro interessi, ai loro desideri, alle loro fondate paure. A loro non è importato nulla del serio rischio di terremoti, di inquinamento dell’aria e delle falde acquifere, di avvelenamento del lago di Bolsena.
Il Ministero dello Sviluppo Economico con i suoi vari ministri e sottosegretari, ha negli anni in ogni modo favorito la lobby, compiendo atti illegittimi, passando sotto silenzio tutti i problemi, e rimanendo incredibilmente favorevole al progetto anche con questo ministro Di Maio.
Il Ministero dell’Ambiente ha anch’esso in ogni modo sempre favorito la lobby, difendendo ancora una volta non l’ambiente, ma i devastatori dell’ambiente. Anche questo Ministro Costa, come i precedenti, nonostante le prove a lui ed ai suoi dirigenti fornite fino all’ultimo giorno degli illeciti compiuti nelle sue strutture su questo progetto e dei serissimi pericoli ambientali, non ha mosso un dito per evitare questa disastrosa decisione.
E la Presidenza del Consiglio si è mossa favorendo in modo marchiano non i cittadini e gli interessi reali del Paese, ma questa famigerata lobby di speculatori. Il tutto con sofisticati ed insostenibili sofismi burocratici.
Una vera vergogna.
Ma non è finita: NOI CERTAMENTE NON CI ARRENDIAMO, e giocheremo tutte le nostre carte fino all’ultimo.
La via dei ricorsi giudiziari si apre oggi come l’unica strada da percorrere. E riteniamo di avere validissime carte in mano per dimostrare ai giudici, da quelli nazionali fino a quelli europei, che quello che viene messo a rischio da questo impianto è enorme e che sono stati compiuti numerosi ed evidenti atti illeciti per favorirne ad ogni costo la realizzazione. Contro gli interessi dei cittadini e dei territori.
Chiediamo a questo punto ai cittadini ed alle amministrazioni comunali dell’Alfina, del lago di Bolsena e della Tuscia in generale di ribellarsi moralmente a questa politica sporca, che al dunque si mostra sempre comunque favorevole all’interesse speculativo di pochi, e di sostenere la nostra comune battaglia.
Abbiamo bisogno di mobilitazione, di impegno e di fondi per sostenere una battaglia legale che si annuncia lunga e difficile. Ma abbiamo buone armi e buone carte da giocare.
Organizzeremo incontri ed iniziative per alimentare quanto necessario a questa battaglia chiedendo l’aiuto dei cittadini e di tutte le amministrazioni del territori.
CON IL VOSTRO SOSTEGNO CE LA FAREMO!

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