Euduscopio, la risposta del liceo Buratti

Stilare classsifiche e far parlare sondaggi è una pratica sempre più usata nel nostro Paese e non solo. Gloriarsi di numeri senza analizzare la composizione dei dati è un’abitudine dilagante che unisce velocità e superficialità figlie del nostro tempo.

Senza entrare nel merito specifico delle valutazioni, riteniamo opportuno proporre un’analisi che vada oltre il semplice punteggio finale. Per tale motivo riceviamo e pubblichiamo le considerazioni del dirigente scolastico del liceo Buratti di Viterbo dopo i risultati di Eduscopio.

 

Non sono solita lasciarmi trascinare nelle querelle che appassionano la stampa locale, ma quando le statistiche vengono usate per soddisfare appetiti di grana grossa, offrire la possibilità di informazioni più precise appare doveroso ed opportuno, non fosse altro che per difendere un’Istituzione che ha reso e continua a rendere un eccellente servizio alla cultura della comunità viterbese e dell’intero territorio della nostra provincia.

Sono preside del Liceo Buratti da poco più di un anno, un tempo per il quale non è possibile né assumersi responsabilità, né meriti rispetto ai dati statistici elaborati dalla ricerca di Fondazione Agnelli e questo mi rende possibile anche quella distanza emotiva necessaria a trattare la questione.

La statistica si riferisce ai diplomati nel 2011, 2012 e 2013, ossia studenti che hanno 10, 9 e 8 anni più di chi si iscriverà al primo anno della scuola secondaria il prossimo gennaio. Una scuola secondaria che ha subito due modifiche di ordinamento (2012 e 2016) che l’hanno resa nel frattempo profondamente diversa, come renderanno diversi i risultati di qui a 8 anni. Questo è il tempo di elaborazione di Eduscopio e ai genitori interessati all’iscrizione mi sento di suggerire di consultare i Piani dell’Offerta Formativa e sondare il parere di chi le scuole le frequenta tutti i giorni adesso.

Eduscopio organizza la propria statistica sugli esiti degli studenti liceali dopo il primo anno di università. E’ una scelta che viene motivata con argomentazioni solo parzialmente condivisibili. Infatti, a mio parere, ma è un parere corroborato dalle tante storie di vita di studenti osservate negli anni, il primo anno dice poco, e ancor meno nel caso di studenti con aspettative e orizzonti molto alti. La ricerca fornirebbe dati molto più attendibili e reali se ci dicesse cosa hanno fatto gli studenti a 5 anni di distanza dalla maturità. Allora gli studenti del Liceo Classico Buratti avrebbero tutt’altra collocazione. Ne abbiamo piena contezza.

Tuttavia la ricerca di Fondazione Giovanni Agnelli merita un’analisi accurata. Lo studio di FGA mette a disposizione delle scuole numerosi dati interessanti. Dati estremamente confortanti per quanto riguarda il Liceo Classico Buratti. Ovviamente i dati sono interessanti dal punto di vista comparativo e con scuole dello stesso indirizzo. D’altra parte non può essere fatta una comparazione tra scuole di indirizzo diverso, (da questo dissuade la stessa Fondazione Agnelli), né con scuole che hanno un campione di studenti statisticamente non significativo.

Se confrontiamo i risultati del Liceo Classico Buratti con i licei del centro di Roma, i cui esiti sono oltretutto positivamente condizionati dallo status culturale dell’utenza, il liceo Buratti mostra risultati assolutamente positivi se i dati vengono esaminati nella loro completezza e non solo osservando il punteggio dell’indice. Il dato più significativo è senza dubbio che il liceo Buratti ha la percentuale più alta, tra i licei di Roma collocati nei primi 15 posti, di studenti che superano il primo anno di Università, raggiungendo l’88% e superando anche il dato di gran parte dei licei scientifici. Da notare che solo il 5% degli studenti del Classico Buratti non si iscrive a nessun ateneo e solo il 7% non supera il primo anno (contro il 14% regionale).

L’altro primato che detiene il Classico Buratti, almeno in questa rosa di licei di tutto riguardo, è nel numero di studenti che si iscrivono a facoltà scientifiche.

Un ulteriore dato da sottolineare è la cosiddetta “forchetta” tra gli studenti che hanno avuto il punteggio più basso e quelli che hanno avuto il punteggio più alto. Lo scostamento è molto più lieve di gran parte delle scuole: ciò significa che lo scarto tra lo studente meno preparato e quello più competente è di scarso significato e che la scuola fornisce a tutti una preparazione adeguata.

Questi tre dati, estremamente interessanti, forniscono le seguenti informazioni:

• L’indice FGA, punteggio ricavato dal numero di esami e dalle valutazioni riportate, più basso di altri licei classici della regione, risente di due elementi: il numero di studenti complessivo che si iscrivono all’università e il numero di studenti che si iscrivono a facoltà scientifiche, che giustifica la penalizzazione soprattutto al primo anno di corso, periodo indagato dalla ricerca.
• Gli studenti del liceo classico Buratti sono in grado di sostenere l’impegno universitario anche in materie di studio che non sono in linea con l’indirizzo liceale. Hanno una caratteristica rara nei giovani di oggi: sono “resilienti”.
• Il Liceo classico Buratti fornisce alla maggior parte dei suoi studenti una formazione di ampio respiro che rende in grado di affrontare qualsiasi corso universitario.
Da aggiungere, fattore di non poco conto, il fatto che molti studenti del liceo classico Buratti prosegue gli studi in Politecnici o Atenei che hanno un alto livello di selettività, ai quali negli ultimi anni si aggiungono atenei europei.

Preme tuttavia sottolineare che forse il vero nodo della questione non è affatto tutto questo. Atteso che ogni statistica debba essere sempre uno spunto per riflettere, e nel caso delle scuole, fornire informazioni per migliorarsi, è opportuno ragionare sul fatto che la qualità dei percorsi formativi delle scuole, senza ovviamente nulla togliere a quelle che figurano sul podio della statistica di Eduscopio, sono attestati da tanti altri fattori che Fondazione Agnelli ben conosce e ai quali accenna nella ricerca: “ tra le missioni fondamentali dell’istruzione secondaria vi è quella di creare le condizioni per le quali gli studenti possano intraprendere con successo il passo successivo nelle loro traiettorie di vita”.

Una buona formazione include il capitale sociale che è capace di attivare, il benessere professionale degli operatori, il livello di inclusione e la capacità di costruire competenze per la vita, fattori molto considerati e curati da alcune scuole che la classifica pone nella retroguardia. Forse è per questo che gli studenti delle quarte e delle quinte del Buratti sono “corteggiati” dagli atenei di tutta Italia, e da quest’anno anche da alcuni atenei esteri, che hanno avuto modo di incontrarli al recente forum di orientamento romano. Docenti universitari si spostano a Viterbo, in via Tommaso Carletti, da varie università italiane per incontrare i nostri studenti e “conquistarli”.

Il Liceo sta lavorando al momento su due partenariati europei e promuove da qualche anno forme di internazionalizzazione del curricolo. E’ anche per questo che alcuni ragazzi completano gli studi universitari all’estero. Il Liceo Buratti, con i suoi 1300 studenti, è al momento la scuola secondaria di II grado più florida della provincia. Per tutti questi motivi parlare, come ha fatto qualcuno, di declino appare del tutto inappropriato e lontano dalla realtà.

Dott.ssa Clara Vittori

Dirigente scolastico Liceo Buratti Viterbo

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