Yarn Bombing a Prato Giardino. In risposta l’inciviltà

Non si pensava ci fosse bisogno di un cartello, per spiegare chiaramente ai visitatori che le installazioni dello Yarn Bombing di Prato Giardino a Viterbo, inaugurate domenica scorsa, non erano a disposizione di tutti.

L’intento delle Yarnine viterbesi era mandare un messaggio forte che potesse rimanere, almeno per qualche tempo, a colorare i vialetti del parco in attesa dell’arrivo dei veri fiori.

Ma molti dei pon pon, dei fiori all’uncinetto, perfino le finte “cacche” marroni, da loro realizzate con cura per mesi, sono state scambiate per souvenir che molti hanno creduto opportuno portarsi a casa. Fornendo tra l’altro un pessimo esempio ai loro bambini. Peccato, perché si è dimostrato che, per i viterbesi, la strada per l’ottenimento di un vero senso civico è ancora lunga.  Le attiviste intanto si stanno dando da fare per rimpiazzare le opere sottratte, per ridare vita al coloratissimo e pacifico “attacco” a base di lana.

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