Viterbese: il miracolo non arriva e i gialloblu si consolano con la Coppa

di Claudio Petricca

 Viterbese-Arezzo 0-2

VITERBESE (4-3-3): Valentini; Atanasov, Rinaldi, Sini, Mignanelli; Tsonev (11’st Cenciarelli), Damiani (1’st Pacilli), Palermo (42’st Artioli); Luppi, Polidori (11’st Molinaro), Vandeputte (23’st Bismark).

A disposizione: Forte, De Giorgi, Coda, Sparandeo, Milillo, Coppola, Zerbin, Molinaro.

Allenatore: Pino Rigoli.

AREZZO (4-3-1-2): Pelagotti; Luciani (38’st Zappella), Pelagatti, Pinto, Sala; Benucci, Foglia, Serrotti (21’st Remedi); Belloni (25’st Rolando); Brunori (38’st Persano), Cutolo (25’st Butic).

A disposizione: Bertozzi, Sereni, Zini, Burzigotti, Tassi, Borghini, Sbarzella.

Allenatore: Alessandro Dal Canto.

ARBITRO: Cristian Cudini di Fermo

Assistenti: Simone Teodori di Fermo – Giulio Basile di Chieti;

quarto ufficiale: Marco Acanfora di Castellammare di Stabia).

Marcatori: 9’s.t. Belloni, 20’s.t. Pelagatti.

NOTE: spettatori presenti circa 3.500. Espulsi Mignanelli e Remedi dopo il fischio finale. Ammoniti: pt 32′ Serrotti, 36′ Damiani; st 14′ Mignanelli, 17′ Pelagotti. Angoli: 4-4. Recupero tempi: 1′ e 5′

 

VITERBO – Chiamarlo miracolo sarebbe stato oltremodo ottimistico, riacciuffare un pesante tris subito tre giorni prima al “Città di Arezzo” non era cosa da poco conto ed alla fine, nonostante il disordinato impegno mostrato sul terreno di gioco, il verdetto non si è spostato di un millimetro. La città intera aveva atteso questa sfida con un pizzico di speranza, tante le iniziative sui social per spingere la squadra verso quell’impresa impossibile che alla fine si è rivelata tale. L’impegno profuso in campo non è mancato ma la squadra non è apparsa compatta, troppi gli errori, troppo leggera dalla cintola in su, poche le vere occasioni create ed alla fine l’eliminazione è apparsa quasi naturale, inevitabile, accolta comunque con grande sportività da un pubblico che a lungo ha applaudito alla fine i protagonisti di questa tribolata e massacrante stagione. Le prestazioni rispetto alla gara di andata si sono capovolte, spigliato, aggressivo, tonico e lucido l’Arezzo di Del canto, balbettante, insicura, quasi appagata la squadra di Rigoli. Praticamente i padroni di casa non hanno mai dato l’impressione di imporre una sferzata al match, di ribaltare la situazione, squadra con poche idee, probabilmente stanca dopo le tante partite giocate a ritmo forsennato e, situazione paventata alla vigilia dal patron Piero Camilli, forse appagata dalla conquista del prestigioso trofeo nazionale anche se gli stimoli dei play-off che portano al paradiso della serie B avrebbero dovuto prendere il sopravvento. L’avventura finisce qui, a due passi dal sogno ed il rammarico rimane vivo ad insinuare quel tarlo di ciò che sarebbe potuto essere e che invece non è stato. Però dobbiamo solo ringraziare questi ragazzi, questa società, questi tifosi per averci portato in fondo a tutte le competizioni regalandoci una vittoria storica che non può e non deve minimamente essere offuscata e scalfita questa sconfitta. Ci sono le basi per ripartire con più entusiasmo, di ripresentarsi ai nastri di partenza con la stessa voglia di essere ancora una volta protagonisti e perché no, cercare di arrivare per il terzo anno consecutivo, a giocarsi la coppa. Questa Viterbese può guardare avanti con ottimismo, sicurezza, consapevolezza di essere tra e grandi di questa categoria e di continuare a regalare sogni ai suoi impagabili tifosi ma soprattutto a questa grande società garanzia assoluta di un futuro tutto ancora da vivere e da scrivere.

 

 

 

 

 

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