Visto da noi: Judy, il ricordo indelebile della vecchia Hollywood

di Nicole Chiassarini

Judy è il nuovo biopic del regista Rupert Goold sugli ultimi mesi di vita della cantante e attrice Judy Garland. Interpretata dal premio Oscar Renée Zellweger che non risparmia un’interpretazione sublime, dando vita a un film ispirato a un’opera teatrale che difficilmente verrà dimenticata.
Nell’ultimo periodo della sua vita, Judy Garland è ancora un nome noto, capace di suscitare ammirazione in ricordo dell’età dell’oro della vecchia Hollywood. Ma è anche una donna completamente sola, senza più la voce e la forza di una volta, senza una casa, soldi e un contratto in quanto ritenuta inaffidabile e non assicurabile. Per amore dei propri figli decide di accettare una tournée canora a Londra, ma il ritorno sul palco, sotto i riflettori, risveglia in lei anche i demoni del proprio passato.
Judy è l’adattamento dell’opera teatrale End of the Rainbow, dramma musicale scritto da Peter Quilter. Caratterizzato dai diversi numeri musicali riprende le canzoni più celebri dell’attrice da Over the Rainbow a For me and my Gal.
Da creatura della MGM a donna schiava di una dieta a base di sonniferi e antidepressivi, nel biopic di Goold troviamo una storia straziante che vuole raccontare che dietro gli abiti di scena di un mondo colmo di finzione c’era anche una ragazza che stava soffrendo veramente. Un dolore tale da averla perseguitata nel corso della sua intera esistenza, che ha amato lo show business come un figlio ama un genitore, ma che da esso è stata divorata.
“Non c’è un posto come casa”, diceva Dorothy nel celebre film de Il Mago di Oz. In questo biopic, però, Judy una casa non ce l’ha, ma non manca di ribadire il concetto da un punto di vista più drammatico. Costretta ad allontanarsi dai propri figli e a considerare famiglia chi le concede una compagnia disinteressata, Judy si ritrova nella situazione di dover ricominciare a cantare nonostante una voce rotta dall’alcool e dai medicinali, gli stessi che la porteranno alla morte a soli 47 anni.
Con questo film Judy si riconferma un’icona immortale della storia dello spettacolo, e Renée Zellweger la interpreta magistralmente. In un fisico magrissimo e profondamente segnato risulta perfetta nei panni di Judy, tanto da cimentarsi lei stessa nelle canzoni presenti nel film, dimostrando il suo grande talento e affascinando critica e pubblico. Un’esecuzione da brividi, nei panni di una donna ormai tirata, ingobbita e con il fare di chi sta facendo i conti con il proprio passato che ormai comincia a chiedere il conto.
La regia è attenta, scrupolosa e porta il copione a muoversi tra il 1939 e il 1969, gli ultimi mesi di un’artista capace di conquistare un pubblico mondiale, e il suo passato, quando recitava nei panni della giovane Dorothy costretta a subire orari massacranti e in alcuni casi anche la fame.
Nel biopic firmato da Rupert Goold c’è una vera e propria denuncia nei confronti di un mondo dello spettacolo senza scrupoli, capace di distruggere la vita di un adolescente pur di ottenere successo. Ma anche il desiderio di restituire la dignità e il ricordo ad una donna che quel mondo l’ha subito sulla propria pelle, senza riuscire ad uscirne viva.
Judy conferma la forza del genere biopic, in grado di riportare in vita la memoria di grandi artisti che hanno accompagnato il percorso di molte generazioni. Il lavoro di Goold è ottimo, tanto da aver ricevuto due candidature agli Oscar 2020, nonché svariati premi ai BAFTA, Critica Choice Awards e ai SAGA; l’interpretazione della Zellweger è incredibile, colma di una forza straziante con una prova che non verrà dimenticata.

Film visto il 7 febbraio alle ore 20, presso la sala 9-Il Pirata del Cine Tuscia Village

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