Valerio Giulianelli: Viterbo, il mio scatto più bello

valerio giulianelli

L’occhio di Valerio Giulianelli racconta il mondo nella sua pienezza, scavando nella sensibilità dell’essere prima di tutto persona. La Fotografia, una passione coltivata sin da ragazzino, mentre cresceva nel cuore della città, in Piazza del Gesù. La piazza con il mercato più popolare.

Un lavoro come caposala all’Ex Ospedale Grande degli Infermi, da dove si coglievano gli scorci magnifici di Palazzo Papale e del Duomo. La fotografia lo segue passo a passo nella sua vita, i suoi lavori si legano soprattutto alla minuziosa ricerca negli archivi, per ritrovarci quella Viterbo sulla quale ricostruire un affascinante viaggio nel tempo, attraverso immagini lontane, rese contemporanee con il passaggio al digitale. L’evoluzione tecnica  difatti  spingerà alla pellicola al digitale, che consentirà di avviare quel processo di recupero di materiali fotografici antichi, testimonianze di epoche a noi lontane che ci riportano  dalla storia una Viterbo originale, permettendo l’organizzazione di archivi che rimarranno inalterati nel tempo.

Questa sua ricerca rende Valerio Giulianelli,  oggi 64 anni, una icona delle immagini storiche recuperate . Per lui è semplicemente un atto dovuto alla sua città: Viterbo. Ha  riscattato un periodo delimitato tra il XI e il XX secolo. Attraverso gli effetti grafici e con l’uso della stampa digitale si sono potuti osservare i più piccoli particolari che generalmente non sono pregevoli su formati minori. Un impatto capace di creare un qualificante motivo di attrazione nelle mostre realizzate,  suscitando interesse e attirando visitatori non solo a livello locale.

Solo due opere sono visibili stabilmente al pubblico nella ex Chiesa degli Almadiani, acquistate da Promotuscia. L’Amministrazione Comunale  di Viterbo non ne fa sfoggio in nessuna sede, un vero peccato non vedere le foto allestite nei locali dell’Ex Mattatoio, come fatto sperare dall’Amministrazione. Ma si è sempre in tempo. L’archivio di Giulianelli si compone di oltre 500 negativi risalenti agli anni 1875-1900 di  Lorenzo Tedeschi e oltre 600 del periodo tra il 1900 e il 1935, scattate da anonimi.

Da un’epoca a noi lontana, fra il XIX e il XX secolo, ci ritornano  immagini di cerimonie istituzionali, processioni religiose,  feste contadine allietate dal “ballo del saltarello”,  istantanee  che ne immortalano comportamenti e abitudini.  Se gli chiedi qual sia la foto più amata, senza pensarci ti risponde: “Tutte”.

Il percorso di Giulianelli è fatto pure di altro:  scatti effettuati nel corso di questi ultimi anni in occasione dei viaggi, al seguito di missioni sanitarie, nei  posti più disagiati come Africa e America del Sud, che gli permettono uno sguardo non celebrativo dei popoli e dei luoghi visitati ma ne colgono il  significato di vita. Vive oggi al quartiere Murialdo,  il suo consistente archivio racconta pure la sua vita: “La macchina fotografica t’induce a essere paziente, pian piano raccogli e accogli”. E’ guidato da una curiosità innata e da un grande amore per Viterbo, la sua capacità sempre viva ne consente di recuperarne storie e farne parlare. “La maggior parte delle mie foto mi riportano a Viterbo, perché scavando a fondo si affaccia la mia anima più genuina”. Questo è Valerio Giulianelli fotografo per hobby, artista della fotografia per acclamazione.

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