Unitus cambio del rettore.Passato e futuro entrano in simbiosi nel segno della “continuità”

di Luciano Costantini

A dar conto delle presenze nelle prime file dell’Auditorium di Santa Maria in Gradi verrebbe spontaneo affermare che Unitus è il fiore all’occhiello, il brillante più luminoso, di Viterbo e della Tuscia. Un patrimonio che è destinato soltanto a crescere. Ci sono tutte, ma proprio tutte, le autorità civili, politiche, militari, ecclesiastiche, alla cerimonia di passaggio delle consegne tra il rettore uscente, Alessandro Ruggieri, e quello entrante, Stefano Ubertini. Sold out in sala, ovviamente. Una partecipazione massiccia e qualificata che diventa segnale oggettivo, comunque, apparentemente inequivocabile, che l’università della Tuscia è un asse importante, se non fondamentale, su cui puntare per lo sviluppo economico e sociale del territorio. Il protocollo del cambio al vertice non prevede particolari cerimonie se non il bilancio certificato di sei anni di mandato (Ruggieri) e l’illustrazione, per sommi capi, del progetto da cantierare (Ubertini). Passato e futuro che entrano in simbiosi nel segno della “continuità”. “Io – puntualizza il primo – sei anni fa ho cominciato a operare sul lavoro già iniziato da chi mi aveva preceduto. Stefano dovrà fare lo stesso”. Nell’ora successiva, Ruggieri illustra dalla tribuna i risultati del suo lavoro. Tra gli altri: 8.352 studenti iscritti che vuol dire +13% rispetto al 2013, oltre il 22% di studenti che può godere della no tax area, e ancora 10 nuovi corsi, 110 progetti di ricerca vinti, potenziamento delle iniziative a Civitavecchia e Rieti, 225 universitari stranieri. “A dimostrazione che abbiamo fatto passi importanti anche sulla strada dell’internazionalizzazione… Stefano domani riceverà sei ambasciatori”, ricorda mica tanto en passant Ruggieri. Che poi incalza: “Certo le istituzioni locali devono fare squadra con l’università”. Segue un lungo elenco delle cose fatte e un elenco ancor più lungo (e dovuto) di ringraziamenti per gli intervenuti e, soprattutto, per il corpo docente, per gli amministrativi, per i tecnici. Naturalmente anche per gli studenti che “almeno non mi rimprovereranno più di arrivare in ritardo alle lezioni”, ironizza. Molto più rapido il messaggio di saluto (o poco più) di Ubertini che prima di andare al microfono stringe le mani al suo predecessore e dispensa sorrisi alla platea. Con Alessandro – già si vede – viaggerà in assoluta sintonia: “Ieri mi ha consegnato perfino le password dei social network”. “Al personale e agli studenti – sottolinea – chiedo aiuto, nel senso di instaurare un autentico rapporto di appartenenza a questa comunità accademica. Chiedetemi partecipazione, ma voi datemi partecipazione, che vuol dire convincerci tutti a impegnarci nelle azioni che decideremo. Questo nell’interesse socioeconomico generale dell’università, che così diventa importante anche per il territorio. Se ho un sogno? Fare di Unitus un ateneo di punta”. Auguri e buon lavoro.

 

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