Un sogno….Viterbo sarebbe bella , il racconto inedito di Maria Teresa Muratore

di Maria Teresa Muratore

Dal sogno alla realtà, in fondo i nostri sogni  sono dei modi per gratificare ciò che realmente desideriamo. Il nuovo racconto Life di Maria Teresa Muratore.

Ieri notte ho fatto un sogno bellissimo: ero a Viterbo, incontravo un ex collega, decidevamo di andare al laboratorio, mettevo la mano in tasca in cerca del cartellino, lo trovavo tagliato a metà come quando butti via una carta di credito scaduta ma, come accade nei sogni, semplicemente accostando le due parti perfettamente combacianti potevo timbrare lo stesso, funzionava. Poi decidevo di andare a Messa, c’era lì di fronte la chiesa della Trinità che non era la chiesa della Trinità e che, in giorno feriale era stracolma di gente ma zeppa zeppa tutti in piedi pigiati (anche qui si capiva che era un sogno), allora tornavo indietro in cerca di una chiesa meno affollata, salivo in macchina e mi dirigevo versi piazza Crispi che non era piazza Crispi, in qualche modo parcheggiavo e scendevo a piedi verso il centro di Viterbo…

Meraviglia delle meraviglie! Una città bellissima, a ogni piè sospinto un angolo con qualcosa da scoprire, molti colori, ma piacevoli, armoniosi, un rudere rimesso a posto, molti affreschi, qui un arco lì uno scorcio pittoresco, qui un negozio molto elegante, lì una chiesa dalle porte aperte e invitanti e butti un occhio e nella penombra sembrano accoglierti secoli e secoli di pitture e di storia, e la luce di fuori, che ti accompagna  in questa tua passeggiata così amena, mentre ti ritrovi a gustare queste bellezze con gli occhi sgranati come quelli di un bambino che vede per la prima volta un parco giochi. Ma questa è la mia città? Ma come è bella, non me ne ero mai accorta. E continui a scendere, come ammaliata, e alla fine, di fronte a te, trovi sul muro come un acquario grande gigante rettangolare con l’acqua trasparente e un mosaico azzurro turchese sotto e una luce… è il cartello fine in fondo al tuo sogno.

Allora ti svegli, con una sensazione così piacevole, ti senti ricca di tanta bellezza, anche se è stato solo un sogno. Poi ti risvegli e dici ma perché, a Viterbo che gli manca? Anche Viterbo è bella, anche lei ha i suoi scorci i suoi archi le sue fontane le sue scale i suoi vicoli e i merli e le porte e la campagna intorno che la vedi anche dalla città e la sua luce e le chiese e le pitture e gli affreschi che ancora reggono sui muri dall’epoca di “checchennina” e le piazze…in fondo in fondo l’hai sempre amata questa città e sei tornata anche quando avevi la possibilità di allontanartene per sempre, a lei sei legata profondamente anche senza vedere la sua bellezza perché sempre sotto gli occhi ti sembra una cosa normale.

Ma poi ci ripensi, ti svegli completamente, e ti rendi conto che Viterbo in realtà sarebbe bella se glielo si permettesse, se fosse libera di respirare sotto la polvere, se la parietaria e l’ortica non ingaggiassero quella lotta all’ultima foglia per infestare tutti gli angoli e gli argini delle strade, se i passanti non dovessero scendere dai marciapiedi perché i cacci dei tigli se ne sono impossessati, se le erbacce non fossero alte quanto le piante di rose nelle aiuole…Viterbo sarebbe bella se non fosse mortificata dall’incuria e dall’abbandono, dalle buche nelle strade, dal non amore dei suoi cittadini. E questo da sempre.

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