Tuscia in pillole. Proceno aglio e olio

di Vincenzo Ceniti*

Proceno Rocca

Si fa bella con l’aglio rosso, l’extrarvergine di oliva e la patate, ma anche con Porsenna che alla fine del VI secolo a.C. avviò la costruzione di una stele e di un villaggio in riconoscenza agli dei che lo avevano salvato dall’assalto di un feroce cinghiale. Nella rocca di difesa ante Mille, consolidata da Gregorio V e successivamente da Adriano IV, vi sostò probabilmente Federico II di Svevia in viaggio verso Roma.

Siamo a Proceno, baluardo tosto e arcigno dello Stato Pontificio nell’alta Tuscia viterbese, a due passi dalla Toscana e quattro dall’Umbria, destinato per  secoli a difendersi da assedi e pestilenze. Nei Commentari di Pio II si legge che la rocca era nobile ed inespugnabile. Del resto i torrioni e le torri da cui si spazia con lo sguardo su paesaggi clamorosi, dall’Amiata a Radicofani, parlano chiaro.

I quattro passi nel centro storico, sono una mano santa a contatto di gomito e di fiato con i pochi abitanti del posto, tra angoli, viuzze, casette profumate di camini a legna e cantine dagli umori vinosi. Siena, che la sapeva lunga, la teneva d’occhio da un pezzo, tanto che vi creò una dèpendance  dell’ospedale  di  Santa Maria della Scala come ristoro ai  tanti pellegrini che dalla Cassia scendevano a Roma, via Francigena, lungo i sentieri del versante orientale del lago di Bolsena. Oggi la rocca è in parte visitabile nei camminamenti esterni.

Non trascurate una breve sosta di preghiera nella parrocchiale del SS. Salvatore di memorie gotiche per uno sguardo consapevole agli affreschi trecenteschi che fanno il pari con  quelli più tardi della chiesa di San Martino e con i pochi ancora visibili di scuola Zuccari nella chiesa di Santa Maria del Giglio di impianto cinquecentesco. Quelli di Santa Maria delle Grazie (fine Quattrocento); sono datati XVI sec. Per fotografare la patrona del paese, sant’Agnese da Montepulciano, dovete entrare nell’oratorio a lei dedicato in cima al poggio. Per lei gli abitanti del posto si farebbero in quattro. Arrivò da queste parti nel 1283 per fondare un monastero e fu subito miracolo. Non c’era acqua e lei, scavando in terra a mani nude, ne fece sgorgare un salutare zampillo. Un utile assist per proteggere Proceno lo assicura il compatrono san Vincenzo Ferrer ricordato l’ultima domenica di agosto. Nel cinquecentesco palazzo Sforza è allestito un piccolo alloggio per i pellegrini e c’è la curiosità di una  raccolta di attrezzi della civiltà contadina.

A Proceno sant’Agnese viene ricordata la domenica  più prossima al 20 aprile e il 14 agosto con il trasporto in processione della statua lignea che la raffigura in abito domenicano. Le girano intorno  allegre  manifestazioni popolari, fra cui la sagra dell’aglio rosso dal sapore più forte e robusto rispetto al tradizionale aglio bianco, con aroma pronunciato,  una buona digeribilità e grande attitudine alla conservazione. La ricetta parla di spaghetti con aglio rosso, olio extravergine di oliva, peperoncino e profumo di prezzemolo.

L’8 aprile 1770 presso la locanda della Posta nella vicina frazione di Centeno (sulla Cassia al centesimo miglio da Roma e sede di dogana pontificia fino al 1870)  pernottò il giovane Mozart con il padre Leopoldo, nel primo viaggio in Italia diretti a Napoli. Altro cliente illustre della locanda, ma più scomodo,  fu Galileo Galilei che  agli inizi del 1633 fu costretto ad una sosta forzata a causa delle peste, dal 23 gennaio al 10 febbraio. Era in cammino verso Roma per presentarsi al Santo Uffizio. Così recita la lapide posta sulla facciata dell’edificio di fronte alla ex dogana.

Nei dintorni si distendono i tremila ettari della  Riserva naturale del Monte Rufeno (si raggiunge con una deviazione sulla Cassia nei pressi del ponte Gregoriano) percorsa dal fiume Paglia con stagni, torrenti, varietà arboree (querceti, macchia mediterranea, conifere), fauna selvatica, casali per l’accoglienza e l’alloggio, itinerari della salute,  sentieri ciclabili, orto botanico e Museo del Fiore dotato di  varie sezioni tematiche (introduzione al mondo del fiore,  i fiori nella riserva,  la morfologia del fiore, i fiori e l’uomo) che utilizzano illustrazioni, fotografie, pannelli, plastici e strumenti informatici. L’ampio giardino è disponibile anche per colazioni al sacco (Info: 0763.733442).

Ed ora mettiamoci a tavola. A palazzo Cecchini, accanto alla rocca , si trova l’hotel Castello, un albergo diffuso in dimora d’epoca (unico nel Lazio) con ristorante esclusivo: d’estate in  giardino a bordo piscina e d’inverno nelle cantine sottostanti  tra sacrestie di vini d’annata. Lo chef consiglia la “Spuma di parmigiano con fili di peperoncino”, gli “Gnocchi alla farina di farro”, la “Minestra di lenticchie e castagne”, il “Cosimino” (tagliata di bue con mostarda dei Medici); info. 076i.971007.  L’albergo  gestito dalla famiglia di Cecilia Cecchini ha recentemente partecipato alla trasmissione televisiva “Bruno Barbieri – 4 Hotel”. In alternativa si può sostare  nella vicina frazione di Trevinano dove vi accoglie il ristorante stellato “La Parolina”. (una stella Michelin) tel. 0763.717130 che vi propone varie specialità della casa come “Cappelletti in brodo progressivo” (con sapori variabili),  il “Risotto zenzero, zafferano e sorbetto di mandarino” e la “Manzetta maremmana” (in cotture diverse). A Centeno  il ristorante la Dogana (nella vecchia locanda della Posta tel. 0763. 734092) consiglia “Fettuccine alla dogana” (con funghi), “Pici all’aglione”, “Agnello scottadito” e “Manzo alle erbe”.

Proceno aglio
L’aglio rosso di Proceno

 

L’autore*

ceniti

Console di Viterbo del Touring Club Italiano. Direttore per oltre trent’anni dell’Ente Provinciale per il Turismo di Viterbo (poi Apt). È autore di varie monografie sul turismo e di articoli per riviste e quotidiani. Collabora con organismi e associazioni per iniziative promo-culturali. Un grande conoscitore della Tuscia.

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