Teatro nomade: la compagnia Girovago e Rondella torna a Vetralla

Paola Maruzzi

L’artista bosniaca Ines Pasic, da anni residente in Perù, ha portato a Vetralla il suo teatro sperimentale con una doppietta di esibizioni nel primo weekend di marzo. Ristretto il pubblico che ha potuto godere e apprezzare lo spettacolo e questo non perché il nome non sia di richiamo, tutt’altro. I personaggi corporali creati dalla Pasic insieme al marito Hugo Suarez stanno incantando le platee di mezzo mondo e hanno letteralmente aperto nel teatro di figura contemporaneo un nuovo capitolo fatto di mani, piedi, ginocchia e pance che si animano di vita propria.

Se ad applaudire le storie mute di Ines eravamo in pochi, una quarantina al massimo, è in virtù di un fatto contingente e straordinario al tempo stesso: la messa in scena è avvenuta all’interno di un autobus, di quelli arancioni che girano per le città, truccato da piccolo teatro grazie all’ingegno visionario di Marco Grignani e Federica Lacomba, in arte Girovago e Rondella.

Da oltre trent’anni fanno coppia nella vita e sul palco. Sono figli della più autentica tradizione marionettista che hanno saputo rinnovare dall’interno brevettando una burattino a cinque dita (di qui lo spettacolo Manoviva, il loro cavallo di battaglia). Lui milanese, lei romana si sono incontrati a Rodi e uniti nel sacro vincolo dell’arte di strada. Dopo aver vissuto per quindici anni in Grecia portando a bordo di una barca i loro spettacoli itineranti, hanno scelto e fatto della Tuscia il loro porto sicuro.

Tra una tournée internazionale e l’altra, gettano l’àncora a Tre Croci. E come d’incanto questa piccola località del vetrallese diventa una piazza, un luogo d’incontro.
“Da tre anni a questa parte abbiamo deciso di ospitare in casa nostra dei workshop per colleghi artisti” ci spiega Marco che, in futuro non troppo lontano, sogna di attivare dei laboratori creativi a 360 gradi. “Magari succederà quando saremo stanchi di girare. Esibirsi all’interno del teatro mobile è come stare nella cassa di risonanza di una chitarra, c’è un’intimità che amplifica le emozioni”. E Marco e Federica ne accumulano così tante che quando si fermano a Vetralla non fanno che scolpire, dipingere e creare originalissimi strumenti musicali.

Ma il presente è ancora randagio e di appendere le scarpe al chiodo non è ancora tempo. In questi giorni nell’aperta campagna che circonda l’abitazione di Girovago e Rondella sono temporaneamente parcheggiati il teatrobus e un camion di undici metri, anch’esso trasformato in teatro con tanto di velluti, platea, gradinata, palcoscenico e aria condizionata.

“Teatrimobili è uno stile di vita, un progetto di ampio respiro che continuiamo ad esportare nei festival di tutto il mondo, dall’America Latina all’Israele passando per il Nord Europa, praticamente non ci fermiamo mai. Girare e scoprire posti e gente nuova è per noi una cosa naturale, ce l’abbiamo nel sangue – aggiunge Federica -. Collaudare e mettere a punto tutti i dettagli del ‘teatrobus’ è stata un’impresa, ci sono voluti due lunghi anni, un duro lavoro che ha dato i suoi frutti. Non ci siamo fermati alla dimensione dello spettacolo ma proponiamo un format d’intrattenimento che include, per esempio, la possibilità di consultare una biblioteca tematica. Scambio e socializzazione sono le nostre parole chiavi”.

Negli anni il progetto itinerante si è allargato diventando Family Theater grazie alla compagnia Dromosfera capitanata dai tre figli, Rugiada, Timoteo e Tommaso a cui si sono aggiunti di recente anche due nipotini.
Tra le prossime tappe di Teatrimobili c’è il Lussemburgo, qualche puntata la faranno nel Nord Italia. Quasi del tutto assente il Lazio, ancora impermeabile a queste forme artistiche. Un vero peccato, un vuoto che si spera di riempire ripartendo proprio da Vetralla.

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