Tartalife per salvaguardare le tartarughe marine che muoiono nel Mediterraneo

Soffocate dalla plastica, intrappolate nelle reti, avvelenato dai rifiuti e ferito dalle lame: le tartarughe marine hanno bisogno di aiuto. Ogni anno più di 40.000 tartarughe muoiono nel Mediterraneo a causa della cattura accidentale durante le attività di pesca o a causa del traffico marittimo, dell’inquinamento delle acque o della plastica che scambiano per cibo. Come parte di Tartaday, nel mese di agosto è stata dedicata una giornata alla salvaguardia delle tartarughe marine e del loro habitat, vari partner e centri per il soccorso e il trattamento delle tartarughe marine che partecipano al progetto TartaLife hanno aperto le loro porte ai visitatori per illustrare il loro lavoro e aumentare la consapevolezza sul mondo delle tartarughe marine. Alcuni centri rilasceranno anche tartarughe che sono state trattate e sono pronte a tornare in vita in mare. Gli indirizzi possono essere trovati su www.tartalife.eu/it.
“Il progetto TartLife e i suoi partner, negli ultimi cinque anni hanno lavorato costantemente, 365 giorni per tutto l’anno, per aiutare la conservazione delle tartarughe marine”, ha dichiarato Alessandro Lucchetti della filiale di Ancona del CNR-ISMAR, che è guidare il progetto di durata quinquennale che partito il 1 Ottobre 2013, si concluderà il 30 Settembre 2018.
Le stime fatte nel corso degli ultimi anni indicano che nel Mediterraneo ogni anno oltre 130 mila le tartarughe marine della specie tartaruga Caretta caretta rimangono vittime di catture accidentali da parte dei pescatori professionisti. Circa 70.000 abboccano agli ami utilizzati per la pesca al pescespada, oltre 40.000 restano intrappolate nelle reti a strascico e circa 23.000 in quelle da posta per un totale di 133.000 catture con oltre 40.000 casi di decesso. Numeri impressionanti e peraltro decisamente sottostimati: se infatti consideriamo in questo calcolo tutti i pescherecci comunitari e le migliaia di piccole imbarcazioni da pesca che operano nei paesi africani che si affacciano sul Mediterraneo, si arriva più verosimilmente a una stima di 200 mila catture e proporzionalmente a circa 70 mila decessi.
Il progetto TARTALIFE, promosso nelle 15 regioni italiane che si affacciano sul mare, si inserisce in questa complessa problematica e si prefigge di ridurre la mortalità della tartaruga marina Caretta indotta dalle attività di pesca e dunque contribuire alla conservazione della specie nel Mediterraneo.
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