Sulle note di David Bracchi: come il Brasile mi ha cambiato la vita

Chiara Mezzetti

David Bracchi, classe 1988. Cresciuto a Montefiascone e foggiato dal mondo, dai posti, dalle città, dalla gente. Dietro si porta sempre il suo sorriso e la sua chitarra. Quando parla del Brasile, però, la sua espressione cambia. Diventa malinconica, piena. Un sorriso fatto di cicatrici e colmo di storie, attimi, respiri che cerchiamo di far tramutare in parole..

David, due anni fa sei partito per il Brasile con il Servizio Civile. Vuoi spiegare in breve in cosa consiste il progetto?

È un bando annuale. Si fa volontariato e si percepisce un piccolo rimborso per 12 mesi. È possibile farlo in tutta Italia e in diversi Paesi del mondo. Io ho scelto di fare richiesta per il CESC Roma, che tra gli altri, opera anche in Brasile per il supporto delle fasce deboli.

Perché hai scelto proprio il Brasile?

Perché era lontano. Avevo bisogno di staccare. Ho visto un video su Youtube che parlava del Brasile e del Servizio Civile. Era l’ultima occasione per me (si può fare fino a 29 anni). Ho agito d’istinto e ho fatto domanda. Ho superato la selezione e sono partito.

Qual era il tuo ruolo lì?

Io insegnavo musica ai ragazzini. Il centro dove lavoravo accoglieva circa 300 giovani tra i 6 e i 17 anni. L’obiettivo principale era toglierli dalla strada. Io insegnavo loro a costruire degli strumenti musicali con materiali di scarto e rifiuti e a suonarli. Ho anche risistemato la sala di musica. Ci pioveva dentro quando sono arrivato. Oltre alla musica si faceva anche lezione, si parlava di tematiche importanti, si cercava insomma di tenerli lì il più possibile per proteggerli. A metà anno è previsto un rientro intermedio in Italia. Quando sono venuto ho fondato una campagna su internet per i miei ragazzi. Ho raccolto plettri, chitarre, mute di corde. Ho portato tutto in Brasile e sono riuscito così nel mio piccolo a migliorare il laboratorio.

Qual è stato il momento più bello e quello più difficile?

Belli ce ne sono stati tanti. Forse il più emozionante è il saggio finale. I ragazzi a un certo punto sono venuti da me e mi hanno detto “abbiamo scritto una canzone” e lì ho capito che il mio lavoro era compiuto. Difficoltà ce ne sono state ancora di più. Ti manca casa, hai paura, non conosci bene la lingua. Quando stai lì non sei solo un insegnante, conosci la gente, ti fai degli amici. In un anno si sviluppano rapporti forti, e io avevo un amico al quale hanno sparato ed è morto. Quello è stato il momento più difficile.

Sei un cantautore, lì hai scritto qualche canzone?

Ho scritto “Fica com Deus”. Non è una parolaccia, significa “resta con Dio”. È l’augurio che ti fanno tutti i brasiliani. Sto lavorando anche su altre 4 canzoni dedicate al Brasile, al suo dolore e alla sua bellezza. Mi sono lasciato ispirare anche dai suoni dell’Amazzonia. Ci ho passato una settimana, dormendo in tenda o sulle amache. La natura è un’orchestra e tu ti senti davvero piccolo.

Come ti ha aiutato la musica? E come pensi possa aiutare questi ragazzi?

Ho iniziato a scrivere e suonare a 17-18 anni, ho fatto parte di diversi gruppi, tra cui gli Zapping. Per me non è stata un aiuto, ma un’esigenza. In generale credo che la musica, come ogni forma d’arte, aiuti tutti a prescindere, sia chi la crea sia chi ne fruisce. Per questi ragazzi significa stare meno sulla strada, riuscire ad esprimersi e sviluppare nuove abilità.

Cosa ti ha lasciato questa esperienza?

Spirito di adattamento. Qualcuno dei miei colleghi ha mollato ed è tornato a casa. Io ho tenuto duro e sono felice di averlo fatto. Si vedono tante situazioni problematiche, però l’insegnamento che ti lascia il Brasile è la condivisione. Ho visto persone nelle favelas dividersi un piatto di pasta in 10. Questo è ciò che mi porto nel cuore e nelle canzoni. Ho anche imparato il portoghese e ho conosciuto persone splendide con le quali mi sento ancora.

Ci torneresti?

Mi piacerebbe, anche se il Brasile ti lascia un po’ a metà. Da una parte lo ami, dall’altra ti spaventa. E paradossalmente ti spaventa molto di più dopo averlo conosciuto.

Fica com Deus David

Obrigado. Un beijo.

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