Su il sipario! L’Unione diventa una mostra storica

di Arnaldo Sassi

Simona Mainella, Andrea Maurizi e Sabrina Morbidelli

Signori, su il sipario! Sì, su il sipario sullo storico teatro dell’Unione, vero gioiello dell’urbanistica viterbese. Secondo forse, solo al quartiere medievale di San Pellegrino. Su il sipario, ma non per una rappresentazione teatrale, bensì per una mostra che ripercorre i 167 anni di vita della struttura, sul palco della quale sono passati, nel corso dei decenni, attori, cantanti, registi di fama nazionale.

Una mostra voluta fortemente da Sabrina Morbidelli, che ha trovato un’eccezionale collaborazione in Andrea Maurizi e Simona Mainella (pronipote del famoso Duilio, che i meno giovani ricorderanno sicuramente), entrambi dell’Atcl, e soprattutto in Mauro Galeotti, che ha fornito gran parte del materiale oggi a disposizione dei visitatori. Unica nel suo genere per il suo alto valore storico e culturale, la mostra sarà aperta al pubblico dal 30 giugno al 3 settembre. Vi si potranno ammirare manifesti d’epoca, registrazioni audio e video, ricordi del pubblico viterbese, che sono stati impressi su dei tasselli e collocati lungo il percorso.

Nel foyer del teatro, subito dopo l’ingresso, fa bella mostra di sé la storica carrozza che per anni è stata esposta a palazzo dei Priori.

Il teatro dell’Unione, come è noto fu cominciato a costruire nel 1844 da un gruppo di cittadini viterbesi, dopo aver formato la società dei palchettisti, con a capo il conte Tommaso Fani Ciotti. Fino ad allora il teatro principale di Viterbo era stato il Genio, poi non più ritenuto adeguato per la sua capienza. La scelta della località dove erigere il nuovo edificio ricadde sulla Contrada San Marco, dopo che era stata scartata l’idea di abbattere il Genio e le abitazioni vicine. Fu inoltre proposto di dare all’Unione la forma del teatro Argentina di Roma.

Inaugurato nel 1855 con una stagione lirica che durò dal 4 agosto al 25 settembre e che comprendeva ben tre melodrammi e un balletto, il debutto si rivelò un vero e proprio successo. Negli anni successivi andò aumentando l’interesse del pubblico, sia con melodrammi che con lavori di prosa del repertorio dell’epoca e dai primi del ‘900 il teatro ospitò anche alcuni spettacoli cinematografici. Durante la seconda guerra mondiale il teatro fu gravemente danneggiato e a causa della necessità di reperire ingenti somme per la ricostruzione il Comune ne diventò unico proprietario.

Dopo il recente stop, durato vari anni, per eseguire urgenti lavori di ristrutturazione, il teatro dell’Unione ha riaperto i battenti nel 2017 ed ora ospita questa mostra tutta da gustare.

“Finalmente il mio sogno si è realizzato” ha detto l’autrice del progetto Sabrina Morbidelli. “Ero venuta qui tempo fa per comperare alcuni biglietti per uno spettacolo e, parlando con Andrea Maurizi, si è concretizzata l’idea di far conoscere la storia di questa struttura a tutti i viterbesi. Giovani e meno giovani. Perché questo teatro, nel corso degli anni, ha ospitato personaggi viterbesi come Fausto Ricci, Giacomo Lauri Volpi, Adriano Ceccarini. Addirittura Lina Cavalieri, la donna più bella del mondo, che non era viterbese, debuttò all’Unione. Ma vanno ricordati anche l’avanspettacolo, con Totò e Macario; la prosa, con Vittorio De Sica ed Eduardo De Filippo; la musica lirica, colonna portante del teatro, e quella leggera, con Mina, Rita Pavone, Patty Pravo, i Pooh e tanti altri. Infine da ricordare i registi (tra tutti Federico Fellini e Giorgio Capitani) che lo hanno scelto come set per i loro film. Infine il famoso ballo della stampa, evento clou del carnevale viterbese, quando le giovani ragazze facevano a gara a comperare il vestito più bello per potervi partecipare”.

Di un secondo progetto, altrettanto affascinante, ha parlato invece Andrea Maurizi: quello della memoria orale. “Stiamo raccogliendo ricordi e testimonianze della gente comune. Degli spettatori, dei tecnici, delle maschere. Insomma di tutti coloro che per varie ragioni frequentavano il teatro. Nei prossimi giorni intervisteremo la figlia di Dante Natalini, storico custode del teatro. Il lavoro andrà avanti fino a ottobre. Poi il tutto sarà raccolto, selezionato e trasformato in uno spettacolo teatrale”.

Tra i presenti al vernissage non poteva mancare Alfonso Antoniozzi. Domanda a bruciapelo: diventerà assessore? Risposta: “sì”.

Alfonso Antoniozzi

 

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