Sport come sinonimo di cultura: la Lazio incontra il Montefiascone Art Festival

di Antonella Rizzo

A meno di una settimana dell’inizio del Montefiascone Art Festival, abbiamo avuto il piacere di confrontarci con l’Avvocato Gian Michele Gentile, rappresentante della Società Sportiva Lazio che affianca l’Officina d’Arte OutOut nella realizzazione di questa prima edizione della kermesse culturale nel cuore della Tuscia.

Avv. Gentile come è nata l’idea di appoggiare il progetto del M.A.F. a Montefiascone?

Per prima cosa mi ha affascinato il tema del Montefiascone Art Festival: l’errore giudiziario. La mia esperienza di avvocato si è aggiunta a quella di cittadino che ha vissuto i più eclatanti processi che hanno creato allarme: mi riferisco al processo Tortora, al processo per la morte di Ilaria Alpi, ad alcuni processi di mafia nei quali i falsi pentiti hanno portato a soluzioni poi smentite. Anche all’epoca del terrorismo e del processo Moro vi sono stati casi eclatanti: ergastoli trasformati in assoluzioni dopo lunghi anni di carcerazione preventiva, ma per salvaguardare l’istituzione giustizia si è sempre cercato di dimenticare. Il Festival è l’occasione per rimuovere l’oblio, specie in un momento nel quale si torna a parlare di giustizia. A ciò va aggiunto che il presidente Lotito ha sempre considerato il calcio come componente formativa dell’individuo, nel rispetto delle regole sia nei confronti dei compagni di squadra che degli avversari: il calciatore, oggi, è una persona di livello culturale più elevato che nel passato e gli va quindi offerta la possibilità, oltre che di emergere come atleta, di rafforzarsi come uomo, anche conoscendo gli errori del passato.

Il grande Sport incontra l’Arte in questo Festival non solo come sponsor passivo ma ne è parte integrante e anima della manifestazione. La parola chiave dell’evento è contaminazione…

Contaminazione, ma in senso positivo: da un lato la personalità del calciatore si arricchisce nel vedere entrare nel suo mondo elementi di formazione culturale da dividere con i suoi familiari, dall’altro lato anche i tifosi si arricchiscono nel partecipare a tali eventi, con la conseguenza di nobilitare il loro rapporto con l’ambiente che li porta a vivere lo sport in modo meno violento ed acceso. Lo sport è competizione nel rispetto dell’avversario e non guerra con il nemico.

Si parla di buone prassi nello sport e della sua funzione educativa,la vostra partecipazione al Festival è un impegno sinergico in tal senso?

Nell’ambiente del calcio vi sono frange negative. Non è tanto calciopoli o il fenomeno del calcio scommesse, che hanno assunto dimensioni forse esagerate nell’immagine pubblica, mentre la giustizia non ha avuto la forza di chiarire i fatti perché ormai il tempo li aveva resi non punibili; quello che va certamente combattuto è il marcio esistente nel calcio minore, quello dove giocano i dilettanti che poi passano alla lega pro, dove i ragazzini vengono educati in modo sbagliato ed i dirigenti danno esempi di comportamento inaccettabili. Le iniziative culturali del club calcistico nobilitano il suo ruolo di educatore dei minori e dei ragazzi non ancora adulti, e rafforzano la personalità dei giovani atleti. Nel calcio maggiore, il fenomeno del calciomercato è certamente fuorviante rispetto alle esigenze di moralizzazione dell’ambiente: anche se i tifosi vogliono il miglior calciatore qualunque sia il prezzo, si sta formando una linea di pensiero che tenta di porre un limite al giro di denaro che costituisce uno vero e proprio schiaffo alla comunità. E’vero che la cura dovrebbe riguardare tutto il calcio almeno europeo, ma è anche vero che, se si pone un tetto alle spese dei club, si riconduce il calcio alla sua originaria bellezza di sport e maestro di vita.

Si sta tornando a comprendere l’importanza di un modello olistico di umanità o ci inabissiamo nel tecnicismo più sterile?

Io appartengo alla generazione che ha preceduto la globalizzazione: tutti eravamo affascinati dal nuovo corso, che avrebbe dovuto portare scambio di culture e di civiltà, ma che in sostanza ha deluso. I nuovi media sono stati utilizzati in modo improprio ed hanno prodotto massificazione culturale di basso livello o addirittura diseducazione civile. Il mercato ha riscoperto il prodotto di nicchia, frutto di una realtà particolare e significativa, e spero che anche la cultura torni ad essere creativa, manifestazione di una comunità locale, espressione di una biodiversità umana, come appunto è il Montefiascone Art Festival.

Un evento prestigioso in cui verrà conferito il Premio per l’Impegno Sociale nella rivalutazione del territorio e della comunità attraverso la cultura dello sport al Presidente Lotito

La partecipazione della Lazio a questo tipo di manifestazioni è nei programmi del presidente Lotito fin da quando, nel 2004, ha rilevato la società: attribuire al calcio, quale grande fenomeno sociale, funzione educativa dei giovani; attribuire al calcio il compito di rappresentare e distinguere un territorio; creare, da una sana competizione tra le varie comunità, l’occasione per una crescita dell’intero Paese. Pertanto siamo particolarmente soddisfatti di essere qui al fianco del Montefiascone Art Festival che speriamo diventi un appuntamento annuale, cosicché si possano unire i termini spo

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