Silvia Faraoni e Andrea Cippitelli: “Avanti a modo nostro”

faraoni

“Non importa quanto grande sia la tua azienda oggi. Ogni azienda parte da un sogno e da un progetto. Ogni azienda ha un’origine e ricordarlo alle persone serve a ridurre la distanza tra la tua organizzazione e la loro vita”- scrive Kerpen nel suo libro.

“ Gran Faraone e Gajardo  non rappresentano  solo un premio, sono  prima di tutto il frutto del nostro lavoro il cui motto è non sfruttare la quantità ma la qualità”. Al Tempio di Adriano il 30 maggio scorso sono stati tra i  vincitori dell’edizione 2015 del Concorso Premio Roma per i migliori formaggi come Fattoria Faraoni. Ogni azienda ha una storia e quella di Silvia e Andrea si muove in un ambito etico sentimentale. Quando si dà notizia di un riconoscimento, spesso non si ha la percezione di cosa ci sia dietro. Proviamo a raccontarvelo.

La Fattoria Faraoni nasce da un allevamento di famiglia a Sutri: una stalla di 15 mucche  di razza Frisona Italiana che producevano essenzialmente latte rigorosamente controllato per conto terzi, quello e solo quello era il piano di lavoro. A raccontarlo oggi  è Andrea, 40 anni compagno di Silvia 36 anni, insieme fautori di un progetto prima di tutto di vita che, unendo differenti esperienze lavorative,  ha dato corpo alla Fattoria Faraoni. Sono i promotori di un cambiamento di azienda raccolto in una produzione a chilometri zero, che rintroduce il concetto di antica fattoria impostata a ciclo chiuso con allevamento di latte e derivati e una commercializzazione diretta priva di intermediari, che include prodotti come lo yogurt fatto con latte e fermenti, stracchino fatto a mano e la tipica sutrinella il prodotto più richiesto, una caciotta dolce pastorizzata che trova il gusto di adulti e bambini e ad onor di Tuscia la Caciotta gentile, fatta con la nocciola di questo territorio. Intorno agli anni 2000  Andrea Cippitelli svolgeva tutt’altro lavoro, si occupava di abbigliamento e si trovava in Spagna e proprio lì, assaporando la carne del posto ne apprezza il gusto di gran lunga superiore a quello nostrano. Si accosta passo a passo al mondo dell’allevamento  per capire cosa fare con Silvia della fattoria di famiglia: 22 ettari  a pascolo e 60 coltivati a fieno e cereali. Non ci sono più dubbi,  il progetto è farne una fattoria tradizionale mirata a creare un prodotto sano. Andrea per gradi  lascerà  il suo lavoro, iniziando a interessarsi dell’azienda avviandosi al lavoro del contadino nel senso vero  del termine. Investe sulla prima protagonista: la mucca, acquistando esemplari di pezzata rossa a Bolzano terra madre della razza, avocata  a un  allevamento libero al pascolo con  uno schema di vita naturale, non relegata all’interno di una stalla, una specie che rimane integra, pura che difficilmente  si ammala. “Molto meno produttiva ma di qualità e livello nutritivo altissimi: omega tre e omega 6 si vedono nel nostro latte. Negli anni 2007 inizia la vera organizzazione d’impresa in cui si corregge il metodo strutturale:  salvaguardia dell’ambiente ai fini della tutela qualitativa e quantitativa favorendo il risparmio energetico con  l’allestimento di  pannelli fotovoltaici  e in prossimo futuro arriveranno due pale eoliche per un  benessere green. Dal  buon latte arrivano pure i migliori formaggi. Ed ecco approdare Silvia, è lei che si occupa della produzione dei formaggi. Se Andrea  vive il fuori, l’aria, lei rimane nella zona chiusa, l’habitat del suo prodotto, in particolare di quei due gioielli saliti sul podio a Roma frutto di un  lavoro di passione, di cui è fortemente gelosa. Silvia ne conosce a memoria ogni particolare, la forma di ognuno è diversa dall’altra ed ha un suo nome. L’aiuto del tecnico casaro sardo Bastianino Piredda,  un tutorial, ha aiutato e continua ad aiutare nel perfezionamento   del prodotto.  E’ così che sono nati Gran  Faraone e Gajardo. Il  Gran Faraone, un connubio della loro storia, formaggio a latte crudo già premiato nel 2010,  lo scorso 30 maggio ha primeggiato da secondo a livello nazionale  tra il principe dei formaggi, il parmigiano. Un  riconoscimento che  riempie la coppia  d’orgoglio. Pensate che dal lavoro e dalla devozione di Silvia esce una produzione limitata di soli 20 pezzi  per tipologia di prodotto.  Gajardo invece  è un formaggio di mucca con caio di capretto, il nome vuol definirne la grinta,  il sapore stuzzicante, nei ristorante viene servito a tagliere.  Se chiedi a Silvia e Andrea se sono felici della scelta fatta,  Andrea risponde  affermando che il loro non è un mestiere semplice, è un mestiere di fatica, ma il problema è tutto nell’accollo burocratico che prende tanto tempo all’attività, dovrebbe  essere reso semplice perché l’imprenditore agricolo è a tutti gli effetti un agricoltore. Dal 15 al 17  giugno saranno ad Expo Milano insieme alla  Camera di Commercio di  Viterbo, e ci saranno il 6 giugno per la premiazione del filmato  Tusciaway che racconta  storie di campi e strade. C’è pure l’azienda Faraoni. Lo sguardo di giovane coppia è ormai indirizzato verso il futuro, al coinvolgimento dei giovani con la Fattoria Didattica aperta alle scuole. Alle porte della capitale, immerso nella Tuscia  un piccolo angolo d’Italia che regala un nuovo equilibrio che gira intorno ad una fattoria. http://fattoriafaraoni.it- facebook.com/FattoriaFaraoni

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