Salvini a Viterbo, “Ho preferito venire qui che andare da Bruno Vespa”

Luciano Costantini

Eolo che gonfia le gote, una tramontana siberiana tale da far presagire un flop ed invece il nuovo e galvanizzato popolo della Lega rende calorosa la serata viterbese. Corso Italia, senza lo struscio d’un tempo, si rivitalizza con Matteo Salvini che, confuso in uno strascico di folla, prova a raggiungere piazza del Comune per l’appuntamento finale del suo tour cittadino. Ha già visitato quel che resta delle storiche Terme Inps, ha dovuto saltare il previsto passaggio a Prato Giardino, ha inaugurato la sede del movimento in piazza del Teatro, ha stretto centinaia di mani e firmato decine di autografi, ha rubato qualche boccata di fumo da chi, lungo il tragitto, gli ha passato di tanto in tanto una sigaretta. Un bagno di folla di altri tempi, che le raffiche di vento gelido non sono riuscite ad arginare. Gli è a fianco Umberto Fusco appena sbarcato a palazzo Madama: il senatore gli indica luoghi, gli ricorda vicende, gli nomina personaggi. E’ lui il cicerone con il leader della Lega. Sotto il Comune un palco gigantesco con i tanti responsabili del movimento e, sotto, simpatizzanti e magari semplici curiosi che occupano almeno metà della piazza. Una piazza che cresce di temperatura (e per fortuna) con l’incedere del comizio. Temi noti perché più volte affrontati in campagna elettorale e che nella circostanza vengono ribaditi. “Ho preferito venire a Viterbo che andare nello studio di Bruno Vespa”. La Lega nel capoluogo della Tuscia ha conquistato un rotondo 20% di preferenze ora però l’asticella va alzata. Salvini indica i prossimi due obiettivi. Lui li ha chiamati “sogni”: “Tornare a Viterbo da premier il 3 settembre per la festa di Santa Rosa e a maggio per salutare il primo sindaco della Lega”.

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