Red Rose Cafè, crocevia di studenti, amici e tradizioni viterbesi

Cristiano Politini

Il tour di TusciaUp tra i locali di Viterbo e provincia continua con il Red Rose, bar che dal 2008 ha iniziato un percorso di crescita all’interno di Porta Romana. Ad accoglierci c’è Arianna, proprietaria dell’attività insieme al marito Gianluca, che ha raccontato la passione per il suo lavoro, la storia della nascita del bar e il grande amore per Santa Rosa, al quale è dedicato anche il nome del locale.

Può raccontarci in che modo è nato il Red Rose?
Il Red Rose nasce precisamente il 20 giugno del 2008 e tra qualche mese compirà dieci anni. Questo è il nostro secondo bar, poiché prima avevamo in gestione il Caffè San Sisto. Un giorno però, il negozio di alimentari che si trovava proprio qui ha chiuso e in meno di ventiquattro ore abbiamo trovato e acquistato una licenza, iniziando così questo splendido cammino di vita che è il Red Rose.

Il vostro modo di lavorare è cambiato nel momento dell’apertura del bar?
Il cambiamento è stato notevole, sia per gli spazi sia per il tipo di lavoro che facciamo. Qui abbiamo il nostro laboratorio di cucina che ci consente di cucinare tutto da soli. Infatti, i nostri prodotti sono cucinati da Nicoletta e da Gianluca. I nostri panini nascono interamente nel laboratorio, come i primi piatti, che vengono cucinati con ingredienti freschi e senza niente di surgelato. Ci piace usare sempre ingredienti di qualità e cucinare ogni giorno cose diverse. Spesso apriamo il frigo, vediamo quali materie prime abbiamo e diamo sfogo al nostro estro.

Quali sono i momenti clou della vostra giornata?
Fortunatamente copriamo tutti i momenti di pausa per i nostri clienti. Si parte la mattina, con le colazioni che sono il nostro pezzo forte. Questo è una circostanza nel quale c’è una grande affluenza di studenti sia universitari sia delle scuole superiori e, nonostante i molti ragazzi che fanno colazione da noi ogni mattina prima di andare a scuola, ci sono anche molti lavoratori che si fermano per un caffè e un cornetto. Lo stesso vale per il pranzo e per l’aperitivo, quest’ultimo ormai momento di grande aggregazione.

Su cosa si basa il vostro rapporto con i clienti?
Per prima cosa devo affermare che molti dei nostri clienti ormai sono diventati degli amici. Il Red Rose è una vera famiglia, a partire dai ragazzi che lavorano dietro al bancone, fino ad arrivare agli amici che passano per un momento di pausa nella loro giornata. Siamo molto soddisfatti del nostro lavoro, il rapporto con i clienti è stato costruito negli anni ed è basato sulla fiducia e anche sull’amicizia. Ci piace conoscere i gusti dei clienti e coccolarli in ogni momento, ma credo che la nostra ricetta sia il sorriso, valore principe del Red Rose.

Vi trovate a ridosso delle mura cittadine, in una zona dove si respira a pieno il clima di festa per Santa Rosa. Come vivete il centro storico?
Siamo innamorati del centro di Viterbo e non ci sposteremmo per niente al mondo. Negli anni siamo diventati un tutt’uno con la piazza, la sua gente e le mura cittadine, ma soprattutto con Porta Romana, luogo da dove inizia la magia del Trasporto della Macchina di Santa Rosa. Non a caso Red Rose è il termine inglese per dire “Rosa Rossa”, un riferimento e un omaggio alla nostra Santa e ai nostri amici facchini. Nei giorni di Santa Rosa il bar si anima ancora di più e siamo felici di ospitare i facchini in più momenti della festa, dai giorni del montaggio della macchina fino ai momenti prima del trasporto.

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