Le maioliche della torre di piazza del Comune in un sotterraneo del Museo

di Luciano Costantini

Un pezzo di patrimonio storico e artistico della Viterbo che fu, accatastato in una decina di cassette in plastica, del tipo di quelle solitamente usate per contenere frutta e verdura. Così, in un angolo di un sotterraneo buio ed umido del Museo Civico di Viterbo, una sfilza di maioliche che andavano a formare il quadrante dell’orologio della torre civica di piazza del Comune. Come lì siano finite è un piccolo mistero: non si conoscono tempi, esigenze, dinamiche dell’operazione. Probabilmente furono ritenute ingombranti e di nessun valore. Spiegazione fin troppo semplice e superficiale. Perché quelle maioliche hanno più di cinquecento anni alle spalle e soltanto per l’età meriterebbero maggiore rispetto e considerazione. Esse, un centinaio in tutto, costituirono il panello su cui era installato il vecchio orologio della torre civica: dipinte a mano, cromaticamente ancora ben conservate, furono raccolte all’indomani del crollo di una parte della torre, successivamente riposte in un non meglio identificato sito del Comune e finite infine nei sotterranei del Museo. Sono databili fine del Quattrocento e per decenni segnarono l’ora ufficiale dei viterbesi. Tutte le mattonelle misurano quaranta centimetri per quaranta. Ignota la mano che le dipinse. Al loro posto oggi sono incastonate altrettante copie, magari ben fatte, ma che evidentemente non possono avere lo stesso valore. Tanta tristezza e anche un pizzico di irritazione ritrovarle accatastate in scatole di plastica anche se qualcuno in passato ha almeno avuto l’accortezza di numerarle sul retro, nella speranza che un giorno forse potranno essere ricostruite come in un puzzle. In effetti, qualche anno addietro l’amministrazione comunale viterbese presentò una proposta alla città di Forlì: noi vi prestiamo la nostra “Pietà” di Sebastiano del Piombo e voi in cambio ci date due vostri importanti dipinti da esporre a Viterbo insieme all’impegno a restaurare le maioliche dell’orologio di piazza del Comune. Lo sponsor dell’operazione avrebbe dovuto essere Banca Intesa. Il costo, circa 40.000 euro, Iva compresa. Non se ne fece nulla. Forse per una questione finanziaria o forse per negligenza. “L’intenzione dell’amministrazione – spiega Paolo Barbieri, assessore al Patrimonio – è quella di riportare alla luce le maioliche e dare loro la dignità che meritano anche se dobbiamo tener conto delle scarse risorse a disposizione. L’ideale sarebbe che qualche soggetto privato o qualche fondazione si facesse carico delle spese di recupero. Poi, ovviamente, sarebbe nostro dovere di collocarle in un sito pubblico cittadino. L’invito è aperto a tutti.

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