Proiezione speciale e dibattito documentario “How to Poison a Planet”, che mette a nudo la più vasta contaminazione chimica causata dai PFAS, le “sostanze chimiche eterne”

Roma, 12 novembre 2025 – ore 15.00 – Sala dell’Istituto di Santa Maria in Aquiro, piazza Capranica 72

Su iniziativa della Senatrice Daniela Sbrollini e Davide Faraone, la Sala dell’Istituto di Santa Maria in Aquiro a Roma ospita la proiezione speciale e il dibattito dedicato al documentario “How to Poison a Planet”, un’opera che mette a nudo la più vasta contaminazione chimica della storia moderna: quella causata dai PFAS, le cosiddette “sostanze chimiche eterne”.

Il film, diretto dalla regista Katrina McGowan e prodotto da iKandy Films e Stan Originals, segue la più grande causa legale sulla contaminazione dell’acqua potabile mai avviata negli Stati Uniti, rivelando attraverso documenti e testimonianze inedite come l’azienda 3M fosse a conoscenza, già dagli anni ’70, della tossicità dei propri composti chimici.

Con la partecipazione dell’attore e attivista Mark Ruffalo, il documentario denuncia “uno dei più grandi disastri ambientali della storia umana”, mostrando il prezzo umano pagato da intere comunità colpite in America, Australia e nel resto del mondo.

L’impatto dei PFAS non si ferma ai confini americani: in Italia, recenti analisi condotte da associazioni per il clima hanno rilevato tracce di PFAS nel 79% dei campioni di acqua potabile esaminati.
Le aree più colpite si trovano nel Veneto, Lombardia e Piemonte, ma la contaminazione si estende ormai su tutto il territorio nazionale.

Questi composti sono presenti nel sangue del 98% della popolazione mondiale,” spiega la regista Katrina McGowan. “Il film è un invito a non rimanere indifferenti: ciò che beviamo, mangiamo e respiriamo è una battaglia che riguarda tutti noi.”

Tra gli speakers, la regista Katrina McGowan, l’avvocato Robert Bilott (già protagonista di Dark Waters), l’avvocato dell’inchiesta Gary Douglas e l’attore e attivista Mark Ruffalo.

A moderare l’evento la giornalista Serena Trivelloni.

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