Proceno porta del Lazio sulla via Francigena visitata dagli studenti del Liceo Seneca

cover proceno

Le fasi conclusive dell’anno scolastico hanno visto le classi del prestigioso liceo statale Lucio Anneo Seneca di Roma visitare la “Porta del Lazio”, cioè il comune posto più a nord della nostra regione: il piccolo e bellissimo borgo di Proceno.
Nell’ambito di un programma di visite che si è sviluppato nei mesi di aprile e maggio, curato dal Prof. Alfredo Mariani e con la partecipazione delle Prof.sse Lisa Donesi e Claudia Protano e del Prof. Maurizio Fruttero, le classi più meritevoli del liceo romano hanno finalmente messo in atto un principio didattico che da anni viene proposto da più parti ma nella realtà mai applicato: e cioè svolgere visite e viaggi d’istruzione non soltanto nelle mete classiche del cosidetto turismo studentesco (Atene, Parigi, Londra, Barcellona, Praga o, per rimanere in Italia, le grandi città d’arte come Firenze), ma anche e soprattutto nelle località italiane di prossimità, erroneamente da qualcuno definite “centri minori”.
“Sono anni che mi batto perché i nostri studenti possano conoscere i territori più vicini alle loro città”, dice il Prof. Mariani, “ma invece li vedo partire in continuazione per destinazioni lontanissime, con conseguenti elevati costi per la famiglie, continuando a ignorare totalmente i tesori di arte, storia, architettura e cultura che sono a un passo da noi. Con il programma di visite a Proceno e a San Casciano dei Bagni finalmente abbiamo invertito questa tendenza e dimostrato che si può fare didattica di altissimo livello senza necessariamente attraversare l’Europa”.
La procedura non è stata semplice dal punto di vista della burocrazia scolastica: la meta di Proceno ha avuto bisogno della approvazione dei consigli di classe e del collegio docenti, del gradimento di studenti e genitori, della approvazione finale della dirigenza dell’istituto e del pool di docenti responsabili delle uscite didattiche. Tutte approvazioni date per scontate per le grandi città d’arte. Ma la nuova destinazione ha fatto spesso sorgere questa domanda: “cosa ci andate a fare a Proceno”?
La risposta è stata negli occhi e nei sorrisi di studenti e professori che hanno testimoniato la sorpresa di fronte a tanta bellezza. “Ne faccio anche un discorso di densità”, continua il Prof. Mariani: “densità artistica e culturale, ovvero il rapporto tra gli spazi fisici e l’ampiezza dei territori e la quantità delle cose da conoscere. Proceno ne è un esempio perfetto: un paese piccolissimo, in totale sicurezza per i ragazzi, nel quale a distanza di pochi metri abbiamo un castello antico di mille anni ed in perfette condizioni, il Palazzo Sforza con i suoi splendidi saloni, il Museo della Civiltà Contadina e la Pentalogia (la serie di 5 mostre da me allestita fin dallo scorso anno); le chiese con i loro tesori d’arte, le antiche cantine, i giardini pubblici curati dai cittadini, autentiche oasi di bellezza e di impegno civico. Le antiche stradine da percorrere a piedi, gli straordinari panorami osservabili da qualunque punto. Ci aggiungo anche l’ottima gastronomia, e tutto questo a un paio d’ore di pullman da Roma: cosa si vuole di più”?
La presenza degli studenti di Roma è stata anche attiva e partecipata, nel senso che tra i momenti più qualificati delle loro visite di istruzione ci sono stati gli appuntamenti col sindaco Roberto Pinzi, con il consigliere Riccardo Tramontana, con l’attore Cesare Cesarini che, in prosa e in musica, ha ricreato le atmosfere culturali del Rinascimento italiano che furono ospitate nel Palazzo Sforza. Ma probabilmente l’incontro più interessante è stato quello degli studenti con una loro coetanea procenese, studentessa del liceo di Acquapendente, e di un altro loro coetaneo ukraino attualmente ospitato a Proceno a causa della guerra in corso nella sua nazione. In un vero e proprio dibattito i ragazzi hanno confrontato i rispettivi stili di vita, i tempi dello studio e dello svago, le attività e le aspettative, paragonando in una serie di pro e contro i destini di chi vive in una splendida oasi quasi fuori dal tempo con i ritmi frenetici della Capitale. Serenità e tranquillità da una parte, occasioni, stimoli e opportunità dall’altra. Ma il senso di queste visite è proprio quello di scambiare queste esperienze e fare in modo che i ragazzi possano rimanere in contatto, in modo da offrirsi reciproca accoglienza presso le rispettive famiglie e ampliare i loro orizzonti di vita, di cultura e di possibilità.
Si ringrazia Franco Borrani per la documentazione fotografica.

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