Prefettura emergenza occupazione nella Tuscia. Occhi puntati sui licenziamenti Unopiù.

Luciano Costantini

Uno Più, ma non solo. Perché l’intera Tuscia è ormai diventata terra di crisi per l’imprenditoria e quindi per l’occupazione: da Montalto di Castro a Soriano nel Cimino, passando per Vitorchiano e Orte. Da qui la richiesta, venuta dall’intero fronte politico, di aprire un tavolo d’emergenza al quale lavori una unità di monitoraggio, formata da sindacati, imprenditori e politici. Ma in queste ore l’attenzione – drammatica – è focalizzata sulla Uno Più che dinanzi al Prefetto, Giovanni Bruno, ha formalizzato il taglio di 36 unità, cinque prepensionali, su un organico di 130 dipendenti. Non ha usato giri di parole l’amministratore delegato tedesco Christian Martin Roch, arrivato da neppure due mesi al vertice dall’azienda sorianese: “Non c’è più un euro in cassa, siamo in una autentica situazione da pronto soccorso. E se vogliamo guardare al futuro siamo costretti ad avviare le procedure di licenziamento, entro novembre, sicuramente entro la fine dell’anno. Del resto tutte le altre misure di salvaguardia sono state esaurite. I costi da tempo superano i profitti e l’ultimo anno è stato il peggiore di tutti, pure estremamente difficili. Abbiamo in testa un piano di rilancio che comunque sarà lungo e difficile, ma certamente nulla sarà più come prima”. Un verdetto atteso al quale ha subito risposto l’assessore regionale al Lavoro, Claudio Di Berardino, che invitato l’azienda ad attendere almeno l’annunciata riforma degli ammortizzatori sociali che potrebbe salvaguardare una parte del personale. Il caso Uno Più oggi dovrebbe arrivare in Parlamento, attraverso un question time – sarà presentato alla Camera dall’on. Mauro Rotelli – per capire gli intendimenti del governo. Il sindaco di Soriano, Fabio Menicacci, intanto ha proposto di far fronte all’emergenza con il ricorso al part time collettivo. Se ne discuterà nelle prossime ore nel corso delle assemblee dai lavoratori. Il vertice di Uno Più non ha bocciato le proposte, ma ha chiesto garanzie di tempi rapidi, ma anche i sindacati pretendono assicurazioni sul progetto di rilancio aziendale per evitare nuovi e pesanti tagli. Sicuramente, come ha sottolineato il consigliere regionale, Enrico Panunzi, il caso dell’impresa sorianese rappresenta soltanto la punta dell’iceberg della crisi che ha investito l’intera Tuscia. “Per questo – ha insistito – serve una unità di monitoraggio permanente che sia in grado di governare la situazione che ha già prodotto troppi guasti all’interno delle famiglie”. I tecnici del ministero dello Sviluppo si sono impegnati a svolgere un ruolo attivo di mediatori, ma soltanto quando tutte le carte sul tavolo saranno scoperte.

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