Offerte di lavoro sui social: attenti agli inganni

Giulia Benedetti

Chi ha visto il cinepanettone “Natale in India”, forse si ricorda dei due figli dei personaggi interpretati da Christian De Sica e Massimo Boldi: Nelson, calmo e riflessivo, e Costantino, arrogante e scalmanato. Proprio quest’ultimo, ad un certo punto del film, spiega a De Sica un trucchetto che usa per avere sempre la ricarica senza pagare: mettere finti annunci di lavoro sul giornale per farsi ricaricare il telefono.
Era il 2003 e da allora i cellulari e la tecnologia ne hanno fatti di passi avanti, ma gli inganni sono sempre dietro l’angolo, cambiano solo piattaforma, che nel modo più facilitato è social.
Esatto, neanche i regni digitali sono immuni da questa piaga. Ma oggi non sono solo i soldi gli oggetti del desiderio dei vari Frank Jr. Abagnale (se non sapete chi è, vi consiglio il film Prova a Prendermi con T. Hanks e Di Caprio), ma anche i dati sensibili (nome, cognome, indirizzo, mail, numero di telefono, ecc…).
Il motivo? Depredare l’identità di varie persone, riutilizzare i dati raccolti per organizzare altre tranelli basate sul phishing (quelle finalizzate a raccogliere i vari dati sensibili) e prosciugare i conti correnti dei malcapitati.
La notevole quantità di disoccupazione (a dicembre 2020 era al 29,7%), ha fatto si che questo genere di annunci sia aumentato, in particolare su piattaforme ove è facilitato l’accesso che non essendo filtrato qualsiasi utente vi può accedere,utilizzando logo e intestazione di fantomatiche agenzie che offrono servizi di somministrazione del lavoro, traendo in inganno ignari candidati. Lo Smartphone, l’ultima truffa con false offerte di lavoro che offrono servizi di somministrazione del lavoro,… con annunci su gruppi di offerte lavorative presenti su noti social network.
Una modalità che sta dilagando a macchia d’olio.I truffatori studiano, inquadrano e conoscono i bisogni dei cittadini e tentano di approfittarne sempre.

Ecco alcune riflessioni per difendersi da questi specchi per le allodole.
1.Le grandi aziende pubblicano le loro offerte su social network professionali come LinkedIn o sul loro sito dedicato alla raccolta dei curricula, dove ci si può iscrivere gratuitamente (es. Kering Lavora con Noi)

2.Un datore di lavoro professionale NON pubblica lo stipendio previsto per quella posizione, e se lo fa si riporta ai parametri contrattuali.Le cifre gonfiate sono un modo per catturare l’attenzione dei poveri disperati alla ricerca di una occupazione.

3.Identificare sempre l’autore dell’annuncio. A meno che non si conosca direttamente la persona o la pagina che pubblica l’annuncio (es. il titolare del ristorante del vostro quartiere che cerca un cuoco attraverso una accurata ricerca esplorate sino ad arrivare all’autore del post. Una azienda autorevole non si servirebbe mai di filtri o prestanome per una selezione di risorse umane. Può demandare solo ad agenzie o centri per l’impiego ufficiali, oppure cogliere da LinkedIn il servizio web di rete sociale, gratuito, impiegato principalmente nello sviluppo di contatti professionali e nella diffusione di contenuti specifici relativi al mercato del lavoro. Attendibile come pure l’altra piattaforma professionale MyANPAL.

False offerte di lavoro, cosa dice la Polizia postale
La Polizia Postale, per evitare di incorrere in truffe simili, consiglia di:

diffidare delle offerte pervenute tramite l’invio di mail o profili social e non precedute da alcuna richiesta;
diffidare di richieste in denaro finalizzate alla copertura di ipotetiche ‘spese’ per l’avvio dell’istruttoria;
rifiutare richieste di apertura di conti correnti per ‘facilitare’ trasferimenti di denaro;
rifiutare la richiesta di reclutamento di altri soggetti cui rivolgere la medesima offerta di lavoro (cosiddetto schema ‘piramidale’);
rifiutare offerte contrattuali particolarmente vantaggiose dal punto di vista economico;
in presenza di uno di questi elementi è sicuramente consigliabile diffidare e non fornire dati personali.

Il consiglio è di utilizzare la massima prudenza e segnalare appena ci si imbattete in queste trappole. Lo Smartphone si pone come veicolo dell’ultima truffa: false offerte di lavoro su un servizio di messaggistica istantanea e broadcasting basato su cloud che offre servizi di somministrazione del lavoro, traendo in inganno ignari candidati.

Il copione è sempre lo stesso,l’importante è saperlo riconoscere e quando si avverte odore di bruciato fare segnalazione alla Polizia postale-allo sportello dei diritti .

Di questi tempi di crisi economica in molti faremmo di tutto, compresa chi scrive, pur di avere una possibilità di occupazione.
Un candidato informato la strada la deve ricercare nei canali ufficiali in cui il particolarmente vantaggioso dal punto di vista economico e di ruolo è stabilito da una selezione in cui tutto è visibile alla luce del sole. Questa la via che aiuta chi è alla ricerca del lavoro prima o poi a trovarlo.
Un in bocca a lupo a tutti noi che ne siamo alla ricerca.

  

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